Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino munitío-ōnis, da munīre, munire].

1) Denominazione generica (usata per lo più al pl.) dei proiettili e relative cariche di lancio per armi da fuoco: le munizioni scarseggiano. In particolare, cartucce a munizione intera, definizione corrente delle cartucce a proiettile unico; cartucce a munizione spezzata, definizione corrente delle cartucce da caccia a pallini, atte a essere impiegate in armi a canna liscia. Le munizioni si suddividono in munizioni per armi portatili, munizioni per mitragliatrici e mitragliere e munizioni per artiglieria.

2) Ant., provvista, riserva.

3) In edilizia, il materiale accumulato in cantiere per essere impiegato.

Militaria: munizioni per armi portatili

Sono rappresentate quasi esclusivamente dalle cartucce, costituite da bossolo, innesco, polvere di lancio e proiettile. Nelle cartucce per fucili da caccia a canna liscia, il bossolo è di cartone o plastica con fondello di ottone e il proiettile è sostituito da pallini di piombo indurito. Nelle antiche armi ad avancarica la cartuccia era costituita da un involucro di carta contenente la palla e la polvere, separate da una legatura; al momento dell'uso la carta veniva strappata e la polvere versata nella canna. La palla veniva quindi introdotta ancora avvolta nella carta, la quale serviva a pulire l'anima delle fecce e a diminuire il gioco (vento) esistente tra il diametro della palla e quello della canna. Da tempo è oggetto di studio la possibilità di realizzare una munizione per armi portatili composta da proiettile e carica di lancio contenuta in un bossolo realizzato in sostanza combustibile che all'atto dello sparo dovrebbe autodistruggersi contribuendo alla spinta balistica del proiettile: tuttavia non si è ancora riusciti a ottenere un materiale che all'atto dell'impiego riesca a competere con i vantaggi e il rendimento della tradizionale combinazione proiettile-bossolo metallico.

Militaria: munizioni per mitragliatrici

Sono sostanzialmente uguali a quelle per armi portatili, ma nei calibri maggiori e nelle mitragliere possono comprendere cartucce con proiettili speciali, perforanti, esplosivi, traccianti o incendiari. I proiettili perforanti hanno una punta di carburo di tungsteno e un nucleo di piombo, racchiusi in un involucro di ottone o acciaio; quelli esplosivi hanno una cavità interna contenente la carica e l'innesco e hanno in punta una spoletta a percussione. I proiettili traccianti hanno una cavità alla base riempita di una miscela che, accendendosi alla partenza del colpo, lascia dietro di sé una scia luminosa che rende visibile la traiettoria nel tiro notturno. I proiettili incendiari sono proiettili esplosivi contenenti fosforo che, al momento dell'esplosione, forma gocce incandescenti.

Militaria: munizioni per artiglieria

Sono costituite dai proiettili, detti anche proietti o granate, e dalla carica di lancio, che può essere libera o contenuta in un bossolo di ottone, detto cartoccio. Nelle artiglierie di piccolo e medio calibro il proiettile è unito al cartoccio, come nelle cartucce, e l'insieme è detto cartoccio-proietto. I proiettili sono di tipo diverso secondo l'impiego al quale sono destinati: perforanti, esplosivi e speciali, quali quelli con carica fumogena, con aggressivi chimici, con miscele incendiarie a base di fosforo o quelli di propaganda, cavi per contenere un rotolo di volantini. Nelle munizioni per cannoni ad anima liscia i proietti sono a carica cava e sono stabilizzati con un impennaggio di coda costituito da alette che fuoriescono dal corpo del proiettile all'uscita dalla canna. Le munizioni per i cannoni senza rinculo sono costituite da cartocci-proietto con il corpo del bossolo contenente numerosi fori e in alcuni casi fatto con un cartone pressato. Ciò allo scopo di consentire, all'atto della deflagrazione della carica di lancio, la fuoruscita di una parte dei gas dagli ugelli posteriori del pezzo il che equilibria ed annulla l'effetto di rinculo. I cannoni di grosso calibro muniti di otturatore a vitone, gli obici e i mortai pesanti impiegano cartocci a sacchetto, cariche di lancio confezionate in sacchetti di tela, che vengono immessi nella camera di scoppio dopo l'introduzione del proiettile, mentre l'innesco viene inserito in un'apposita sede dell'otturatore. In questo caso, mancando il bossolo, la tenuta dei gas è assicurata da un anello plastico di amianto, grasso e grafite che, all'atto dell'esplosione, viene schiacciato dalla testa dell'otturatore e forzato contro la parete della camera di scoppio. L'impiego di munizioni costituite da componenti separati, oltre a rendere più facile e sicuro il trasporto e l'immagazzinamento, consente la scelta al momento del tiro della carica più adatta in relazione alla gittata che si desidera ottenere e al peso del proiettile impiegato. Le munizioni per mortai, dette bombe, sono costituite da un involucro ogivale d'acciaio o di ghisa contenente la carica esplosiva e chiuso in punta dalla spoletta. Nella parte posteriore si trovano le alette stabilizzatrici, collocate attorno al codolo contenente la carica principale di lancio. Come i proiettili, anche le bombe da mortaio possono essere caricate con miscele fumogene, sostanze incendiarie o aggressivi chimici. Dato che l'energia cinetica all'impatto è per le bombe da mortaio notevolmente inferiore a quella dei proiettili di artiglieria, queste non possono avere alcun effetto perforante se non con l'impiego della carica cava; per questo l'involucro delle bombe è studiato esclusivamente al fine di ottenere una frammentazione ottimale e consentire lo sviluppo della massima potenza ottenibile dalla carica. § A una branca del servizio logistico è riservato il compito di istituire depositi di munizioni che possono soddisfare in qualsiasi situazione il fabbisogno delle unità operanti.

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