nàscere

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v. intr. (ind. pr. nasco-sci; prem. nàcqui, nascésti; pp. nato) [sec. XIII; latino volg. nascěre, per il classico nasci].

1) Venire alla vita, al mondo, alla luce, detto di uomini e animali: gli è nato un figlio; i pulcini non sono ancora nati. Fig.: l'ho visto nascere, sono più vecchio di lui; non sono nato ieri, non sono ingenuo come credi.

2) Con sensi estensivi: A) avere una qualità o un difetto fin dalla nascita: nascere onesto, ladro; nascere forte, cieco, povero;nascere bene, appartenere a famiglia agiata o nobile; artisti si nasce, si è tali per natura. B) Avere una forte disposizione per qualche cosa: è nato per la musica, per fare il soldato. C) Di piante, spuntare, germogliare: nel giardino son nate leviole. Per analogia, riferito anche a parti anatomiche o a oggetti inanimati: gli sono nati due denti; in periferia son nate molte case, sono sorte, sono state costruite. Fig.: nascere come funghi, crescere, manifestarsi improvvisamente e in gran quantità. D) Di astri, apparire all'orizzonte, sorgere: il sole nasce dal mare. E) Di un corso d'acqua, scaturire, avere la sorgente: il Po nasce dal Monviso.

3) Fig., avere origine, principio; derivare: la guerra è nata per questioni di frontiera; comparire all'improvviso: gli è nata un'idea brillante. Per estensione, cominciare a operare, entrare in funzione: l'industria è nata alla fine dell'Ottocento; con lui è nato un nuovo metodo educativo.

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