nanocellulosa

Con il termine nanocellulosa si definisce una serie di estratti cellulosici aventi dimensioni strutturali su scala nanometrica. Ci sono tre classi di nanocellulose: nanocristalli di cellulosa, cellulosa nanofibrillata e nanocellulosa batterica. Scoperta nei primi anni '80, la nanocellulosa è costituita da materia vegetale che viene lavorata, attraverso procedimenti meccanici, chimici o enzimatici, in modo da essere smantellata e ricomposta in strutture simili a cristalli di tessuto. Quando è completamente delaminata si presenta sotto forma di lunghe micro fibrille dall'aspetto simile a un gel trasparente e viscoso, che per certi aspetti possono ricordare la fibra di vetro o il kevlar. Si può modellare a piacimento e ha una robustezza otto volte maggiore, se sottoposta a trazione, di quella dell'acciaio. E' impermeabile ai gas e, se utilizzata in schiume e aerogel, si rivela estremamente assorbente.
Le sue applicazioni sono innumerevoli: come elemento per rinforzare carta, cartone, plastica e calcestruzzo; come barriera contro infiltrazioni di ossigeno, vapore, grasso e olio negli imballaggi alimentari; in tutte quelle applicazioni in cui sia necessaria una buona conduttività elettrica, elevate capacità di assorbimento e una notevole termostabilità. La nanocellulosa può essere inoltre trasformata in fogli, laminati e pellicole trasparenti e come tale essere incorporata in materiali ad alte prestazioni per usi industriali e biomedici.

 

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