negazionismo

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Generalità

Con il termine si indica una corrente pseudostorica e pseudoscientifica del revisionismo che, con fini ideologici e politici, nega contro ogni evidenza un fatto storico (per esempio un genocidio, una pulizia etnica, un crimine contro l’umanità). Esistono, con fini propagandistici, diverse forme di negazionismo (per esempio la negazione dello sterminio del popolo armeno da parte turca; dei crimini dell’URSS) ma indubbiamente il caso più conosciuto è quello legato all’olocausto degli ebrei. Questi pseudostudi, sotto una veste scientifica, utilizzano documenti falsi o contraffatti spacciandoli per autentici, o inventano motivazioni per screditare documenti autentici. Per diversi anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, le teorie negazioniste furono relegate agli ambienti antisemiti e filonazisti per poi diffondersi anche in ambienti accademici. Celebre in Francia nel 1979 il caso Faurisson; questi, docente di letteratura all’Università di Lione, cercò di dimostrare la falsità del diario di Anna Frank. Assai noto è anche il caso dello storico David Irving che, partendo da teorie revisioniste (secondo cui Hitler non era a conoscenza della soluzione finale voluta da Himmler), si spinse negli anni Ottanta su posizioni apertamente negazioniste. Nel 1994 lo stesso Irving citò per diffamazione l’americana D. E. Lipstadt che lo accusava di essere un “falsificatore della storia” e perse la causa. In Italia l’opera dei negazionisti si concentra in particolare sul regime fascista e sui massacri delle foibe. Il generale diffondersi anche tra il vasto pubblico di teorie negazioniste ha portato molti Paesi a prevedere sanzioni contro i sostenitori di queste idee: molti intellettuali si sono però schierati a sostegno della libertà di pensiero affermando, come lo storico Adriano Prosperi, che punire i negazionisti fa di loro dei martiri e favorisce la diffusione della loro visione distorta della storia. Nel 2006 i ministri della Giustizia dell’Unione Europea hanno introdotto in tutti gli Stati membri pene fra uno e tre anni di carcere per «apologia in pubblico o negazione, banalizzazione volgare del genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra». Nel gennaio 2007 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato il testo presentato dagli Stati Uniti e sostenuto da 103 nazioni che invita tutti gli Stati membri a rifiutare senza riserve ogni negazione, totale o parziale, della Shoah come evento storico. In Italia non esistono precise norme contro il negazionismo, ma sono perseguibili l’incitamento all’odio e l’apologia di reato.

Bibliografia

V. Pisanty, L'irritante questione delle camere a gas. Logica del negazionismo, Milano, Bompiani, 1998; F. Germinario, Estranei alla democrazia: negazionismo e antisemitismo nella destra radicale italiana, Pisa, BFS, 2001; F. Rotondi, Luna di miele ed Auschwitz: riflessioni sul negazionismo della Shoah, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 2005; A. Merli, Democrazia e diritto penale: note a margine del dibattito sul cosiddetto negazionismo, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2008; R.S. Wistrich, Holocaust Denial: The Politics of Perfidy, Berlin, Walter de Gruyter, 2012

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