pècia

sf. (pl. -cie) [variante di pezza]. Termine tecnico latino medievale che indicava la pelle di ovino lavorata per ricevere la scrittura, prima di essere tagliata in fogli; per estensione, il normale fascicolo di due doppi fogli (quattro carte, cioè otto facciate) ottenuto piegando due volte una pelle normale. La pecia costituiva nell'industria libraria medievale l'unità di misura del lavoro del copista che veniva normalmente retribuito calcolando il numero delle pecie da lui trascritte. Nei sec. XII-XIV presso le università i testi sui quali si fondava l'insegnamento erano trascritti in una copia-modello (exemplar) rivista e approvata dall'università, che era divisa in pecie che venivano affittate ai privati, studenti o copisti, per il tempo necessario alla loro trascrizione, in modo che l'exemplar potesse essere trascritto contemporaneamente in più copie, tante quante erano le pecie in cui era suddiviso.

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