palinodìa

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sf. [sec. XVI; dal greco palinō(i)día, da pálin, di nuovo+ō(i)de, canto].

1) Componimento in versi col quale il poeta ritratta quanto ha affermato in precedenza. Il primo esempio di palinodia è legato a un mito narrato da Isocrate, secondo il quale il poeta Stesicoro di Imera, avendo diffamato in un suo carme Elena, accusandola d'adulterio, fu accecato dai Dioscuri, fratelli di lei, e riottenne la vista solo dopo aver dimostrato con un nuovo canto che non Elena, ma un suo fantasma era fuggito con Paride alla volta di Troia. Celebre, nella letteratura latina, la palinodia racchiusa in un carme di Orazio (Odi 1,16), nella letteratura italiana quella del Leopardi (Palinodia al marchese Gino Capponi).

2) Per estensione, ritrattazione di quanto precedentemente affermato; iron.: cantar la palinodia, ritrattarsi.

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