Lessico

sm. [sec. XIII; latino palus].

1) Pezzo di legno o di altro materiale, di sezione tonda o tondeggiante, appuntito a un'estremità, che si conficca nel terreno a sostegno di qualche cosa: i pali delle viti; un palo del telegrafo; inoltre: mettere al palo, legare una persona a un palo per torturarla o giustiziarla; supplizio del palo, impalamento. In alcune loc. fig.: star ritto come un palo, stare impettito; saltare di palo in frasca, passare da un argomento all'altro senza rispettare la logica; fare il (o da)palo a qualcuno, stare a guardia mentre il complice compie un furto o altra azione disonesta.

2) Nel gioco del calcio, e in sport analoghi, i montanti della porta; per estensione, il tiro che colpisce il palo. Nell'ippica, palo di distanza o di arrivo, quello che veniva un tempo innalzato a 100 m dall'arrivo come riferimento ai fantini. Nel pugilato, le aste di metallo o di legno rivestite di panno che sorreggono il triplice ordine di corde delimitanti il quadrato.

3) In araldica, pezza onorevole dello scudo costituita da una striscia verticale larga 2/7 dello scudo. Distintivo di parte guelfa, raffigura forse una lancia o il palo, simbolo di giurisdizione, posto innanzi al ponte levatoio dei feudatari.

4) In marina, albero munito di sole vele auriche; sistemato a poppavia di alcuni tipi di alberatura, dà luogo ai corrispondenti velieri a palo (per esempio brigantino a palo, goletta a palo, nave a palo).

Edilizia

Il palo costituisce l'elemento costruttivo in legno, calcestruzzo, cemento armato, metallo, avente sezione trasversale di forma prismatica a base quadrangolare, poligonale o circolare, che, infisso nel terreno, serve a costituire recinzioni, palizzate, palificate, fondazioni. Di prevalente interesse tecnico e tecnologico sono i pali per fondazioni usati quando il terreno non presenti resistenza uniforme, al fine di consolidarlo per costipamento, ovvero quando gli strati resistenti si trovino in profondità, per cui non sono economici altri tipi di fondazioni, come quelle a pozzi. I pali per fondazioni si raggruppano in due classi fondamentali: pali infissi e pali gettati in opera. I primi, formati fuori opera, debbono essere opportunamente protetti alle estremità, mediante cerchiatura e/o cuffia metallica (puntazza), qualunque sia il materiale costituente, per impedirne il lesionamento durante la messa in opera. Per ridurre le vibrazioni sul palo quando viene infisso si ricorre di norma all'interposizione di un grosso ceppo in legno tra la testa del palo e la mazza battente. I pali infissi in legno, con i quali sono state realizzate un tempo opere imponenti, sono oggi quasi completamente sostituiti nell'uso da palo in calcestruzzo che non presentano gli stessi evidenti e rapidi fenomeni di corrosione dovuti a variazioni di temperatura e di umidità. Impiego limitato hanno anche i pali metallici, fra i quali presentano interesse, per particolari applicazioni, quelli a vite che vengono infissi per rotazione. "Per le teste di palo meccanico a vite vedi figura 1 al lemma del 14° volume" "Per lo schema delle teste di palo metallico a vite vedi la figura 1 a pagina 387 del XVI volume." I pali gettati in opera presentano, rispetto ai precedenti, il vantaggio di poterne determinare la lunghezza in base alle necessità. Possono essere realizzati mediante getto di calcestruzzo di cemento entro una cavità ottenuta per trivellazione del terreno mediante tubo-forma oppure mediante getto entro un tubo di acciaio cavo aperto alle estremità e affondato nel terreno dove resta in opera. Sul primo procedimento si basano alcuni tipi diffusi di pali quali i simplex, i Franki "Per le fasi di formazione di un palo Franki vedi la figura 2 a pagina 387 del XVI volume." , "Per le fasi di formazione di un palo Franki vedi figura 2 al lemma del 14° volume." i Wilhelmi "Per le fasi di formazione di un palo Wilhelmi vedi la figura 3 a pagina 387 del XVI volume." : "Per le fasi di formazione di un palo Wilhelmi vedi figura 3 al lemma del 14° volume." dopo aver infisso nel terreno il tubo-forma si provvede a calare calcestruzzo in strati successivi estraendo progressivamente il tubo così che le espansioni del calcestruzzo (sbulbature), migliorando l'aderenza, ancorino il palo nel terreno. Il palo Wilhelmi in particolare, porta sulla testa inferiore una cartuccia esplosiva che, esplodendo, determina una cavità nel suolo nella quale si espande il calcestruzzo ancorando il palo. I pali formati per trivellazione sono quelli maggiormente impiegati, in particolare nei centri urbani, in quanto, oltre a un'esecuzione molto rapida, presentano il vantaggio di ridurre notevolmente quegli urti e quelle vibrazioni, che, inevitabili per gli altri tipi di palo, possono propagarsi attraverso il terreno, generando lesioni nelle fondazioni degli edifici circostanti.

Etnologia

I significati simbolici più espliciti sul palo si ritrovano nell'area nordasiatica e nordamericana, dove al palo centrale della tenda si attribuisce un significato cosmico: è simbolo dell'asse che attraversa il mondo e realizza il raccordo fra i suoi diversi livelli (e, rispettivamente, la tenda stessa è investita di una simbologia cosmica, come immagine del cielo); analogamente nel voodoo haitiano il “palo di mezzo”, al centro dello spazio in cui si svolgono le danze di possessione, è considerato il “cammino degli spiriti”, attraverso cui essi discendono sui loro adepti. Valore simbolico analogo aveva presso i Sassoni il pilastro sacro Irminsul, “colonna del mondo”.

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