pastìccio

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sm. [sec. XVI; latino volg. *pasticíum, da pasta, pasta].

1) Nome generico di molte specialità culinarie. Per lo più i pasticci consistono in un involucro di pasta ripieno dei più vari ingredienti, o più semplicemente di cibi cotti e poi passati al forno con ragù, formaggio, ecc. (come nel sartù napoletano, nel pasticcio di lasagne, ecc.) oppure di cibi tritati fini e legati da besciamella o altro (pasticcio di cacciagione, ecc.).

2) Fig., lavoro eseguito malamente; discorso o scritto impreciso e confuso: dici e scrivi soltanto pasticci! Anche affare confuso e intricato; imbroglio: essere, trovarsi, cacciarsi nei pasticci, nei guai.

3) Opera teatrale ottenuta unendo pagine tratte da lavori diversi (per esempio arie da opere di uno o più autori) e adattandole secondo le necessità di un nuovo libretto. Anche opera scritta in collaborazione da autori diversi. La pratica di costruire opere come centoni di brani diversi preesistenti era tutt'altro che rara nel sec. XVIII; si trova anche nel sec. XIX (pasticci furono creati, per esempio, su musica di Rossini).

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