periferìa

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino tardo periphería, che risale al greco periphéreia, circonferenza].

1) Ant., circonferenza, perimetro.

2) La zona esterna, i margini di una località rispetto al centro; in particolare, zona esterna alla città che, pur avendo propria municipalità e servizi, costituisce una frazione della stessa, cioè ne possiede una parte delle attribuzioni ed esiste solo in rapporto alle attività della società che ne ha determinato lo sviluppo.

3) La parte superficiale di un organismo rispetto al suo centro.

Urbanistica

La periferia è costituita da un tessuto diverso dal “centro” della città: mancano infatti elevate quantità di attività associative e commerciali, alti standards ambientali, rappresentatività. La periferia può essere inglobata dallo sviluppo urbano oppure presentarsi come serie di nuclei urbanizzati nel territorio rurale: intorno a Parigi, per esempio, esiste un primo anello continuo di periferia e poi una zona più lontana con nuclei periferici urbanizzati e grandi spazi; a Londra invece l'urbanesimo e l'industrializzazione hanno creato isole sociali contigue e con varie aree centrali all'interno di una vasta costellazione. Tra i caratteri della periferia si possono individuare la continua trasformazione del territorio; l'ampia scala dimensionale; la mancanza di limiti precisi; la struttura non omogenea; la formazione di un tessuto sociale casuale. L'enorme crescita della periferia nelle città moderne pone gravi problemi di carattere sociale, economico e ambientale. Tuttavia va osservato che caos formale e funzionale, bassi standards e dequalificazione architettonica non sono determinanti della periferia, ma di alcune situazioni di sottosviluppo. La dimensione periferica va piuttosto vista come zona da pianificare con spazi aperti, residenze e attrezzature funzionali alternative alle aree centrali. Questo è stato realizzato per esempio nel sec. XX nelle aree metropolitane delle città olandesi e scandinave, dove la zona esterna al nucleo storico presenta una periferia pianificata con caratteristiche di prevalenza della residenza, assenza di monumentalità degli spazi collettivi, definizione dell'immagine architettonica. Nella città postindustriale, con l'arresto della crescita urbana, la periferia acquisisce un nuovo ruolo nell'organizzazione territoriale: non è più risultato dell'espansione, ma oggetto di una riqualificazione e riconnessione con il tessuto storico entro un nuovo regime di rapporti. La riprogettazione delle periferie interne (per periferie interne si intendono quelle zone connotate da problemi socio-ecomomici, situate in parti anche centrali o semicentrali della città) ed esterne è il tema dell'urbanistica attuale, materia dei grandi progetti architettonici della fine del XX secolo.

Sociologia

Nel corso degli anni Ottanta e Novanta, la spinta alla riqualificazione urbana delle periferie nei Paesi a economia avanzata ha assunto proporzioni massicce, investendo non solo gli aspetti urbanistici e funzionali delle periferie urbane, ma di fatto la concezione e la percezione stessa della periferia. La periferia che diluisce verso l'esterno le caratteristiche urbane presenta una conformazione che non consente, per esempio, interventi di vera e propria ricucitura infrastrutturale e urbanistica. Questa periferia viene vista sempre meno come un ambito spaziale semplicemente privo di referenti spaziali, di centralità (cioè in termini negativi: ciò che non è centro), e sempre più come un insieme di aree né rurali né pienamente urbane che però danno luogo a paesaggi analogamente complessi, benché diversi. A questa tendenza corrisponde, di necessità, una rivalutazione antropologica del concetto di periferia, dove le relazioni fra uomini e fra uomini e territorio cominciano a strutturarsi in maniera specifica. Ad agevolare questa rivalutazione concorrono tanto l'arresto dei processi di crescita urbana quanto le spinte deglomerative che hanno investito le città occidentali, e in particolare la delocalizzazione industriale e terziaria, che si sta realizzando principalmente attraverso la diffusione di piccole e piccolissime strutture produttive e di servizio, in grado di caratterizzare ampi spazi, ma non ancora di costituire nuove polarità, cosicché nelle periferie in senso ampio si vanno strutturando relazioni reticolari non necessariamente gerarchizzate. Completamente differente, molto meno dinamica e quasi mai positiva, è la situazione per quanto riguarda le periferie urbane dei Paesi meno avanzati, dove le caratteristiche di marginalità e di degrado ambientale continuano a essere nettamente prevalenti, a fronte di una crescita senza soste dell'afflusso di popolazione verso le aree urbanizzate.

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