pirògeno

agg. e sm. [sec. XIX; piro-+-geno]. Agente chimico e biologico, detto anche piretogeno, che introdotto nell'organismo provoca l'aumento della temperatura corporea. Tale proprietà è caratteristica di alcuni componenti proteici e polisaccaridici dei batteri patogeni, i quali provocano ipertermia e dilatazione dei vasi sanguigni agendo sia a livello dei centri nervosi sia a livello periferico. Sostanze pirogene si formano anche in seguito alla distruzione di germi di per sé non pirogeni. Ciò avviene, per esempio, in seguito alla sterilizzazione mediante calore di medicinali contenuti in fiale inquinate da microrganismi. La farmacopea ufficiale vieta l'immissione in commercio di medicamenti in fiale che contengano pirogeni e prescrive a tale proposito speciali controlli biologici da effettuare su ogni partita di prodotti infialati e sterilizzati. Nell'animale di laboratorio effetti pirogeni esercitano anche l'adrenalina e la serotonina, quando vengono applicate in alcune zone del cervello. Alcune sostanze con effetto pirogeno trovano impiego in medicina per il trattamento dei disturbi vascolari periferici, potendo provocare, almeno temporaneamente, l'aumento della circolazione sanguigna in alcuni distretti vasali.

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