pletismografìa

sf. [sec. XX; dal greco plēthysmós, aumento, incremento+-grafia]. Tecnica diagnostica che permette di registrare graficamente (pletismogramma) le variazioni di volume di un organo o di una parte del corpo, indotte da variazioni del rispettivo contenuto di sangue. La pletismografìa consente rilievi interessanti per lo studio di alcuni disturbi della circolazione periferica (arteriopatie ostruttive, vasospasmo periferico). La pletismografìa fotoelettrica (fotopletismografia) è una variante di pletismografìa che utilizza una cellula fotoelettrica e una sorgente luminosa situate ai due lati da esaminare. Le variazioni della corrente fotoelettrica, dovute al maggiore o minore afflusso di sangue, vengono amplificate e possono essere registrate su un elettrocardiografo.

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