princìpi dell'89

principi contenuti nella solenne Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, votata il 26 agosto 1789 dall'Assemblea Nazionale Costituente francese su proposta di La Fayette, che si era ispirato alla precedente Dichiarazione dei diritti della Rivoluzione americana. Uno storico ha definito la Dichiarazione francese “il certificato di morte dell'ancien régime”. In effetti, nei soli 17 articoli che la compongono, essa pone su nuove basi di legittimazione le strutture politiche che caratterizzeranno tutti i moderni Stati liberal-democratici garantisti, da allora informati ai principi della piena libertà individuale e collettiva tutelata attraverso un'accurata delimitazione dell'attività del potere nei confronti dei cittadini, non più concepiti come meri soggetti passivi, ma come titolari di precisi diritti personali e sociali. Infatti, se da una parte la Dichiarazione dell'89 proclamava che “il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella nazione”, che “la legge è espressione della volontà generale” e che “tutti i cittadini hanno diritto a concorrere personalmente o per mezzo dei loro rappresentanti alla sua formazione”, del pari riconosceva l'eguaglianza di tutti davanti alla legge, l'agibilità per ogni cittadino alle pubbliche magistrature, e garantiva la libertà delle persone contro qualunque arresto o castigo arbitrario o extralegale. Ma il valore etico-politico della Dichiarazione francese è anche più grande in quanto non si rivolgeva esclusivamente ai cittadini di un singolo Stato (la Francia rivoluzionaria nel caso specifico), bensì a tutti gli uomini indistintamente, all'umanità intera, proclamando agli articoli I e II che “gli uomini nascono e vivono liberi ed eguali nei diritti” e che “il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell'uomo. Questi diritti sono: la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all'oppressione”. In virtù di questo afflato universalistico, che accomuna tutti gli uomini nell'eterna lotta per conquistare all'individuo una sempre maggiore dignità personale in una libera convivenza civile, i principi della Dichiarazione francese hanno potuto essere a ragione definiti “gli immortali principi dell'89”.

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