Lessico

sf. [sec. XVIII; dal francese procédure].

1) Antiq. o scherzoso, modo di procedere, di operare; procedimento.

2) Complesso di regole che vincolano i poteri dello Stato, in particolare il potere giudiziario nell'applicazione delle norme stabilite dalla legge. Il rispetto della procedura costituisce una garanzia per i diritti di cui le parti godono in un processo e assicura nel processo penale la salvaguardia dei diritti spettanti all'imputato. In particolare, procedura contumaciale, iter seguito nel processo per contumacia. Per estensione, correntemente, diritto processuale: codice di procedura civile.

3) Insieme di formalità che regolano la pratica abituale di un'amministrazione.

4) Nelle telecomunicazioni, sinonimo di protocollo per le operazioni di comunicazione. Tipiche procedure sono quelle di comando (control procedure) che assicurano in un sistema di telecomunicazioni il coordinamento fra utenti e rete (chiamata, controllo di flusso, ecc.), di interruzione (informazioni con priorità), di reset (per correggere gli errori), ecc.

Economia aziendale

Insieme di predeterminate regole di comportamento rivolte ai membri di unità o di posizioni di lavoro diverse nell'ambito dell'organigramma, impegnate in attività fra loro collegate, allo scopo di uniformarne il processo di lavoro. Tali regole possono prescrivere le specifiche decisioni o azioni da intraprendere in dati momenti, ovvero le modalità secondo cui le decisioni e le azioni debbono essere svolte. Le procedure sono strumenti che, attraverso la standardizzazione dei comportamenti, realizzano il coordinamento fra le diverse funzioni; la loro efficacia dipende dal livello di integrazione esistente tra loro, dalla prevedibilità delle situazioni regolamentate e dal coinvolgimento delle persone chiamate ad applicarle. Le procedure possono assumere differenti gradi di formalizzazione a seconda della maggiore o minore discrezionalità lasciata alle singole unità organizzative; ad alti livelli di formalizzazione corrispondono condizioni di minore variabilità, a beneficio delle attività di previsione e di controllo. Con riferimento più specifico alla gestione aziendale, il termine procedura viene utilizzato per definire l'insieme di atti giuridicamente ed economicamente necessari per il compimento di particolari operazioni; si hanno così le procedure di fusione, di trasformazione, di liquidazione volontaria, di liquidazione fallimentare, ecc.

Informatica

Sezione di un programma corrispondente a un sottoproblema identificato durante la definizione di massima dell'algoritmo del problema stesso; caratterizza la procedura il fatto che essa compare più di una volta nella scomposizione del problema originario. All'insieme di istruzioni necessarie per risolvere il sottoproblema considerato, nella procedura viene aggiunta una parte dichiarativa che la trasforma in un programma autonomo. Questa parte dichiarativa comprende il nome della procedura stessa (identificatore della procedura) e la lista (eventualmente vuota) delle variabili coinvolte nella soluzione del sottoproblema. La procedura può venire chiamata da ogni punto del programma; a ogni chiamata viene fornita una lista di espressioni associate alle variabili secondo l'ordine in cui queste compaiono nella dichiarazione. Si distinguono i parametri formali, cioè i nomi delle variabili nella parte dichiarativa, e i parametri attuali, cioè il valore dell'espressione che compare al posto del nome della variabile nella chiamata della procedura. Le modalità di determinazione dei parametri attuali sono tre: per valore, per riferimento e per nome. Nella chiamata per valore, il valore dell'espressione viene assegnato a una variabile locale con lo stesso nome della variabile corrispondente nella dichiarazione. Eventuali modifiche del valore di questa variabile non hanno effetto al di fuori della procedura stessa, sostituito al nome della variabile. Nella chiamata per riferimento, il valore dell'espressione è un indirizzo di memoria, associato al nome della variabile. Nel caso in cui alla variabile vengano assegnati nuovi valori, questi permangono nell'indirizzo indicato anche al termine della procedura. Nella chiamata per nome, il valore dell'espressione è il nome di una variabile nel programma principale. Ogni volta, con l'utilizzo della variabile dichiarata, viene calcolato il valore corrente della locazione di memoria indicata dal nome calcolato dall'espressione. La procedura permette di ridurre la complessità del problema, la probabilità di errori di programmazione e le dimensioni del programma. La procedura è tipica dei linguaggi che impiegano lo schema elaborativo sequenziale di Von Neumann, quali il Pascal, il FORTRAN, l'ALGOL, mentre è sostanzialmente inconciliabile con la classe dei linguaggi dichiarativi, sia funzionali, come il LISP, sia “logici”, come il PROLOG. Nei linguaggi assemblatori il termine procedura è sostituito da quello, essenzialmente equivalente, di subroutine. Mentre in origine le procedure dovevano trovarsi nello stesso spazio di memoria del programma chiamante, il concetto di RPC (Remote Procedure Call, Chiamata di procedura remota) permette a programmi residenti su un elaboratore di richiedere l'esecuzione di procedure su altri elaboratori, connessi in rete. Il processo di instradamento della chiamata verso l'elaboratore su cui risiede la procedura non deve essere specificato dal programmatore, in quanto gestito automaticamente dal meccanismo di esecuzione.

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