résa
IndiceLessico
sf. [sec. XVI; da réso].
1) L'arrendersi, l'abbandonare ogni difesa contro il nemico, il dichiararsi vinto: intimare, accettare la resa; i patti, le condizioni della resa. Per estensione, il cedere di fronte a qualcuno o qualche cosa, accettazione dell'opinione altrui: costringere l'avversario alla resa; davanti a tali prove ho dovuto dichiarare la resa.
2) Il rendere, il dare indietro ciò che si è avuto, restituzione: la resa dei vuoti; chiedere la resa di una somma prestata. Nell'uso finanziario: la resa dei conti, sinonimo di rendiconto; fig., il rendiconto del proprio operato, il momento in cui uno deve affrontare le proprie responsabilità: ti aspetto alla resa dei conti. Per estensione, la merce non venduta che viene restituita al fornitore.
3) Ciò che una cosa frutta; utilità che se ne ricava; rendimento: la resa di un terreno, del negozio; una macchina che ha un'ottima resa. In particolare, entità del prodotto utile, specialmente in rapporto ai costi di produzione: quest'uva ha una resa del settanta per cento; la benzina super dà una resa migliore. § Nel commercio, restituzione di tutta o parte della merce invenduta entro i termini pattuiti (resa dell'invenduto): il caso più comune è quello dei giornali quotidiani e dei periodici che vengono restituiti all'editore dai distributori. Nel trasporto ferroviario, la resa consiste nella riconsegna al destinatario delle cose trasportate entro un periodo di tempo prestabilito detto termine di resa; nel trasporto marittimo, resa di bordo, la quantità di merce che viene sbarcata da una nave nel porto di destinazione; resa comune, la quantità di merce accertata allo sbarco da suddividere fra più destinatari quando non sia stata possibile nella stiva una netta separazione delle singole partite; resa proporzionale, quota parte del carico, determinata in base alla quantità di polizza, da consegnare ai singoli destinatari quando sia avvenuta una commistione durante il trasporto; il certificato di resa è il documento che attesta la quantità di merce ricevuta effettivamente da ciascun destinatario.
Diritto militare
La resa militare tra forze in guerra comporta l'occupazione del territorio da parte del nemico, la consegna delle armi, la prigionia per coloro che si sono arresi. Se la resa è a condizioni, queste sono stabilite in un accordo detto “capitolazione”; se invece è incondizionata o a discrezione, c'è un assoggettamento del vinto a qualsiasi imposizione del vincitore, fatte salve le convenzioni internazionali relative ai prigionieri di guerra. Di regola si manifesta la volontà di arrendersi incondizionatamente innalzando la bandiera bianca. La resa con gli onori militari è concessa dal vincitore come attestazione del valoroso comportamento dei vinti. Secondo il Codice Penale Militare di guerra la resa al nemico è un reato di cui si rende responsabile il comandante che cede il forte, la piazza, l'opera, il posto, l'aeromobile, o ammaina la bandiera della nave, o comunque dà il segnale della resa, senza avere esaurito i mezzi estremi di difesa o di resistenza e senza aver fatto quanto gli era imposto dal dovere o dall'onore. La pena di morte mediante fucilazione al petto, in origine prevista dal codice, è stata abolita e sostituita dalla pena massima prevista dal codice penale, l'ergastolo (L. 13 ottobre 1994, n. 589). Se il reato è colposo, la pena è la reclusione militare non inferiore a quindici anni. Se la resa è avvenuta a causa di disobbedienza, ammutinamento o rivolta, il comandante e gli ufficiali che non hanno fatto uso dei mezzi di cui potevano disporre per costringere i loro subordinati a compiere il proprio dovere, sono puniti, per ciò solo, con la reclusione militare fino a tre anni.