resìstere

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v. intr. (prem. resistéi o resistètti, ecc.; pp. resistito; aus. avere) [sec. XIV; dal latino resistĕre, da re-, indicante ripetizione, e sistĕre, stare, fermarsi].

1) Star saldo nella propria posizione, senza cedere, senza lasciarsi smuovere, abbattere o spezzare dall'azione di una forza: resistere a un urto, all'impeto del vento; una struttura capace di resistere a forti pesi. Spesso fig.: testo che resiste a ogni interpretazione, che non si riesce a interpretare; in particolare, di persone, star fermo nella propria condotta morale, non lasciarsi attrarre o fuorviare: resistere alle tentazioni, ai piaceri; anche dominare i propri impulsi: resistere alle provocazioni.

2) Respingere un assalto opponendo forza a forza: resistere ai nemici incalzanti. Per estensione, contrastare, tener testa a un'azione offensiva: il ciclista ha resistito ai tentativi di fuga del rivale; un prodotto che resiste alla concorrenza straniera.

3) Di corpi e oggetti, non subire modificazioni per effetto di un'azione esterna: materiale che resiste a temperature elevate, all'azione degli acidi; stoffa che resiste, che non si logora facilmente; colore che resiste, che non sbiadisce. Di organismi, sopportare senza danni rilevanti l'azione di fattori fisici o psichici contrari: pianta che resiste alla siccità; animale che resiste alle malattie; resistere alla fame, al dolore, allo sforzo prolungato.

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