restare

v. intr. (ind. pr. rèsto) [sec. XIII; latino restāre].

1) Lett., non procedere oltre, fermarsi: “piacciati di restare in questo loco” (Dante). Fig., cessare, smettere: “La bufera infernal, che mai non resta” (Dante).

2) Non allontanarsi, rimanere ancora in un dato luogo per un tempo più o meno lungo; trattenersi: io resto in casa; alcuni restano tutta la vita nel paese dove son nati; restate con noi, fermatevi in nostra compagnia; anche fig.: che resti tra noi!, parlando di cose dette in confidenza, che gli altri non devono sapere. In particolare, trovarsi, stare, essere situato: il telefono resta sulla sinistra, entrando; la mia casa resta in fondo al paese.

3) Continuare a essere, rimanere in una data posizione, condizione, stato: restare fermo, seduto, in piedi; è restato sveglio tutta la notte; restiamo amici come prima; l'ufficio resta chiuso il sabato;restare in vita, sopravvivere; restare indietro, non tenere il passo con gli altri, lasciarsi distaccare, anche fig.: restare indietro nella preparazione. Per estensione, venire a trovarsi in una data condizione, per lo più come effetto di una causa specifica; diventare, riuscire: restare sordo, orfano, vedovo; la nave è restata in secca; restare a piedi, a bocca asciutta, al verde;restare di sasso, di stucco, di sale, provare grandissima sorpresa, disappunto e simili (con lo stesso senso, regionale, anche solo restare); restare sul colpo o restarci, morire improvvisamente, per lo più di morte violenta; restare intesi, d'accordo o anche assoluto restare, accordarsi, decidere insieme: come siete restati?.

4) Avanzare, esserci ancora (rispetto alla quantità esaurita o consumata): gli restano pochi soldi; ci resta ormai poco tempo; anche in loc. estensive: resta a vedere se, bisogna vedere se; non mi resta che ubbidire, non posso fare altro che ubbidire.

5) In alcuni giochi d'azzardo con le carte, rifiutare la carta o le carte supplementari offerte dal banchiere e rimanere con il proprio gioco.