ripètere

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v. tr. (ind. pr. ripèto) [sec. XIV; dal latino repetĕre, da re- con valore iterativo+petĕre, chiedere].

1) Eseguire di nuovo, fare un'altra volta: ripetere l'esperimento; ripetere l'anno, frequentare lo stesso corso seguito nel precedente anno scolastico. In particolare, ottenere di nuovo: ha ripetuto il successo dell'altra volta. Per estensione, fare quello che ha fatto altri, o cosa simile: ha ripetuto l'impresa di Cristoforo Colombo. Fig., rifarsi a ciò che ha fatto o detto altri, richiamarsi a: i suoi scritti ripetono gli atteggiamenti dei romantici. Rifl., accadere di nuovo, tornare a succedere: fatti spiacevoli che si ripetono spesso. § Gli allievi soggetti all'obbligo scolastico devono frequentare la scuola fino al compimento del 15º anno di età; ne consegue che la ripetizione dell'anno scolastico non ha un limite specifico (legge 31 dicembre 1962). Gli alunni della scuola secondaria superiore possono, al contrario, frequentare la stessa classe non più di due volte consecutive o, soltanto nell'ultimo anno di corso, tre (R.D. 4 maggio 1925).

2) Dire di nuovo, tornare a dire: le spiace ripetere la domanda? Per estensione, riferire cose lette o sentite da altri: non posso ripetere quello che mi ha detto;ripetere la lezione, esporla all'insegnante o ripassarla. Rifl., dire o fare, specialmente con una certa frequenza, ciò che si è già detto o fatto; in particolare, ridire sempre le stesse cose: è un bravo scrittore, ma si ripete spesso.

3) Lett., ripercorrere con la mente cose passate, rievocare fatti accaduti.

4) Nel linguaggio giuridico, richiedere in giudizio la restituzione di una somma che si ritiene di aver pagato indebitamente.

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