rotacismo

sm. [sec. XIX; dal nome della lettera greca rho, corrispondente alla r dell'alfabeto latino, sul modello di iotacismo]. In fonetica, passaggio di un suono a rotacismo. Molto frequente è il rotacismo di s che suppone una precedente sonorizzazione della sibilante: in latino il fenomeno ha interessato la s intervocalica ed è avvenuto nel corso del sec. IV a. C. (perciò rispetto a esed del latino arcaico si ha erit in latino classico); è probabilmente da collegare con un fenomeno simile (ma esteso anche a s finale) dell'antica lingua umbra. Il rotacismo di s si ha anche in alcuni dialetti greci antichi (eleese, eretriese, laconico recente) e nelle lingue germaniche (ne è un esempio l'inglese we were, noi eravamo, fummo, rispetto a I was, io ero, fui). Nel gruppo di dialetti albanesi meridionali detto tosco si ha il rotacismo di n, che è invece conservata nel gruppo dei dialetti settentrionali detto ghego (albanese tosco verë, albanese ghego vēnë, vino), in romeno il rotacismo di n e l (gură, gola), in non pochi dialetti italiani il rotacismo di l (milanese sáres, salice, romanesco er, il).

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