sórdo

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agg. [sec. XIV; latino surdus].

1) Che è parzialmente o totalmente privo della facoltà di udire: è diventato sordo con l'età; esser sordo come una campana, non udire per nulla. Frequente come sm. anche in loc.: fare il sordo, far finta di non sentire, di non comprendere; parlare ai sordi, a chi non vuol capire; non dire a sordo, parlare a qualcuno che intende bene, che è pronto ad agire. § Nel processo civile le domande al sordo e le sue risposte possono essere fatte per iscritto; nel processo penale si presentano per iscritto le ammonizioni, le domande e la formula del giuramento, ma il sordo dà le risposte e giura oralmente.

2) Per estensione, di ambiente privo di risonanza; di suono, cupo, smorzato, non squillante: un tonfo sordo. In particolare, lima sorda, che non fa rumore; fig., di persona che opera subdolamente o di pena che logora senza tregua.

3) Fig., non manifesto, nascosto ma vivo e tenace: un rancore sordo.

4) Insensibile, indifferente: rimase sordo a ogni preghiera.

5) In fonetica, di suono articolato senza la vibrazione delle corde vocali, cioè in italiano le consonanti c, f, p, t, s (aspra), z (aspra). I grammatici greci chiamarono tenui le consonanti k, p, t.

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