(pronuncia per esteso esse), sm. o f. Diciassettesima lettera dell'alfabeto italiano "La tabella relativa alla lettera “S” come simbolo e come abbreviazione è a pag. 205 del 19° volume." (diciannovesima considerando j e k dopo i) "Per la lettera s come simbolo e abbreviazione vedi il lemma del 17° volume." .

Fonetica

La lettera s ha in italiano due diversi valori fonetici: quello della sibilante sorda (detta anche forte, dura, o più comunemente aspra), e quello della sibilante sonora (detta anche lene, molle, o più comunemente dolce), che viene indicato col segno grafico ʃ. In generale si può dire che, salvo pochi casi particolari, la sibilante è sorda all'inizio di parola davanti a vocale (sera), quando precede una consonante sorda (stare), quando segue qualunque consonante (farsa), quando è doppia (asse) e quando è in fine di parola (gas); è invece sonora quando precede una consonante sonora (ʃbagliare). All'interno di parola tra vocali, s è pronunciata sempre sonora nell'Italia settentrionale, sempre sorda nell'Italia centro-meridionale, mentre in Toscana si ha a volte la pronuncia sorda a volte quella sonora, con la possibilità di distinguere anche due parole in base alla diversa pronuncia di s intervocalica (coppie di parole di cui la prima ha s sorda, la seconda s sonora: chiese, verbo, chiese, sost.; rosa, verbo, rosa, sost.). Le sibilanti sono suoni fricativi e vengono in italiano articolate con la punta della lingua abbassata e leggermente accostata agli incisivi inferiori, e con i margini laterali della lingua un po' rialzati in modo da formare un canale centrale attraverso il quale passa la corrente d'aria che incontra alla fine gli incisivi superiori producendo un leggero fruscio o sibilo. Le corde vocali vibrano solo nell'articolazione della s sonora.

Linguistica

La lettera S dell'alfabeto latino deriva dalla corrispondente lettera sigma dell'alfabeto greco, dalla cui forma lunata deriva anche la lettera C (=s) dell'alfabeto slavo cirillico; il sigma greco a sua volta risale al segno fenicio śīn (á, à). In latino s aveva solo il valore fonetico della sibilante sorda (eccetto, forse, prima di una consonante sonora) e derivava da un analogo suono indeuropeo. In posizione intervocalica s è diventata in latino r nel sec. IV a. C. (queror rispetto a questus). L'italiano ha conservato generalmente la s in ogni posizione. Nel latino volgare davanti a s iniziale impura (cioè seguita da consonante) si è sviluppata una vocale protetica i, e (istella, iscala); questo fenomeno è ancora parzialmente presente in italiano (forse più frequente nella pronuncia che nella scrittura: in ispirito, per ischerzo, in istrada) ed è normale in francese (école, étoile, esprit). Con s si forma in italiano il digramma sc che indica la fricativa palatale sorda davanti a e, i (pesce), e il trigramma sci che indica lo stesso suono davanti ad a, o, u (sciame).

Matrice S

In meccanica quantistica relativistica, formalismo matematico che consente di esprimere la probabilità di interazione fra particelle elementari tramite le funzioni che descrivono lo stato iniziale e finale del sistema.

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