scanner

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s. inglese (da to scan, scandire, esplorare) usato in italiano come sm.

1) Dispositivo di esplorazione di immagini con raggi luminosi. § In particolare, in informatica, unità periferica di entrata di calcolatore elettronico, in grado di leggere testi (risparmiando così il lavoro di copiatura sulla tastiera del calcolatore), ma anche di trasformare in numeri binari (cioè di digitalizzare) immagini grafiche complesse che possono essere in seguito modificate e salvate. Lo scanner è diventato un componente essenziale dell'editoria individuale (Desk Top Publishing) per creare documenti complessi contenenti sia grafica sia testo. Abbinato a un programma OCR(Optical Character Recognition) permette anche di trasformare il testo scansionato come immagine (generalmente TIFF) in testo editabile tramite un comune word processor. La caratteristiche principali di uno scanner sono la dimensione del piano di scansione, che può essere A4 (21 x 29,7 cm) o A3 (29,7 x 42 cm), la risoluzione ottica (misurata in punti per pollice o in linee per cm) e il massimo numero di colori riconosciuti (misurato in bit, tipicamente 8-16-24-32 bit). La risoluzione ottica, quella cioè del dispositivo che effettua la lettura dell'immagine, può essere aumentata, artificialmente, anche di svariate volte utilizzando particolari algoritmi matematici. Altre caratteristiche da valutare, soprattutto nel campo professionale, sono la velocità di scansione e il tempo di trasferimento verso il computer. Alcuni scanner possono essere dotati di accessori per la ripresa di diapositive e lucidi o di cassetti per l'alimentazione automatica degli originali da scansionare.

2) Speciale ricevitore radio in grado di ricercare automaticamente tutte le trasmissioni presenti in una data banda dello spettro elettromagnetico.

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