sceneggiatura

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sf. [da sceneggiare]. Nel linguaggio cinematografico, con le dovute differenze tra i due mezzi espressivi, lo stesso che copione teatrale. In cinema è la fase della lavorazione scritta, l'ultima che, concludendo le successive stesure (soggetto, scaletta, trattamento), si articola nel testo-base per l'organizzazione produttiva del film e la sua realizzazione tecnico-artistica. Se la scaletta conferisce al soggetto una prima strutturazione narrativa, e il trattamento è la prima elaborazione delle azioni e dei personaggi, la sceneggiatura porta a compimento tale elaborazione stabilendo e numerando le inquadrature e fissando i dettagli tecnici delle riprese. Nella sceneggiatura "all'italiana" la pagina è divisa verticalmente, il visivo (a sinistra) è separato dal sonoro (a destra) comprendente i dialoghi. Ciò perché, essendo il film opera collettiva, ognuno trovi nella sceneggiatura un punto di riferimento preciso per il proprio lavoro. Anche nel nostro Paese, tuttavia, si è imposto l'uso della sceneggiatura "all'americana", nella quale indicazioni di scena e dialoghi sono disposti in successione e distinti tramite accorgimenti grafici (spaziature e maiuscole). Per quanto serva di base al film, la sceneggiatura non identifica il film stesso, neppure nel caso della cosiddetta sceneggiatura “di ferro”, elaborata dal regista in accordo con i suoi più stretti collaboratori e dettagliata fin nei minimi particolari. Per motivi industriali o burocratici o di controllo politico, si preferisce avere il film “sulla carta” per non incorrere in sorprese all'atto della realizzazione, ma la difesa in sede teorica della drammaturgia cinematografica come opera letteraria autonoma si scontra con la circostanza che un film di valore non si “legge” in sceneggiatura, né in quella preventiva né in quella desunta dal montaggio (entrambi i generi vengono pubblicati in apposite collane, sia in Italia sia all'estero). Già negli anni Venti del secolo scorso si cominciarono a dedicare trattati su “come si scrive un film”, e già all'epoca del muto, nell'URSS, si crearono due campi opposti tra chi (V. I. Pudovkin) teorizzava il film preventivamente scritto e chi (S. M. Ejzenštejn) sosteneva l'improvvisazione sul set dietro la spinta d'una semplice “cinenovella”. Se C. Chaplin, R. Clair, C. T. Dreyer moltissimi altri hanno sempre scelto il primo metodo, il secondo fu prediletto da R. Rossellini e dallo stesso L. Visconti che, girando La terra trema (1948), si fece suggerire i dialoghi dai pescatori quasi all'atto delle riprese (fu nel complesso un procedimento molto diffuso nel neorealismo italiano e in alcune correnti cinematografiche europee degli anni Sessanta e Settanta del Novecento). Nella generalità dei casi, comunque, la sceneggiatura è un passaggio obbligato nella creazione del film a soggetto e tanto più è prevista a tavolino quanto più il regista ne sia partecipe. Può essere affidata a un solo autore, che talvolta forma col regista un tandem esemplare (R. Riskin - F. Capra, J. Prévert - M. Carné, C. Zavattini - V. De Sica ecc.) o a diversi sceneggiatori, che influiscono decisamente sull'opera finita, soprattutto nel caso di certi generi codificati (come, per esempio, la cosiddetta “commedia all'italiana”). Ultimamente, soprattutto nelle produzioni più costose o in quelle più complesse, dove l'adozione di particolari scenografie e raffinati effetti speciali rende più problematiche le operazioni di ripresa, si tende ad affiancare alla sceneggiatura una rappresentazione grafica degli elementi previsti per la composizione di un'inquadratura e dei movimenti di macchina necessari a realizzarla (story-board).

Bibliografia

J. H. Lawson, Teoria e tecnica della sceneggiatura, Roma, 1951; O. Blakeston, La composizione del film, Milano, 1952; S. I. Frejlih, Dramaturgija ekrana, Mosca, 1961; R. May, Le tecniche della realizzazione cinematografica - Dal soggetto allo schermo,Milano, 1964; L. Chiarini, La sceneggiatura, in “Arte e tecnica del film”, Bari, 1965; R. Corliss, Talking Pictures - Screenwriters in the American Cinema 1927-73, Woodstock, 1974; S. Field, Sceneggiatura, Milano, 1991.

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