schiàvo

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(popolare toscano stiavo), agg. e sm. (f. -a) [sec. XIII; latino medievale s(c) lavus, prigioniero di guerra slavo].

1) Che, chi manca completamente di ogni diritto ed è assoggettato a un altro uomo assieme alla sua famiglia e ai suoi discendenti senza possibilità di godere liberamente dei frutti del proprio lavoro: presso gli antichi i prigionieri di guerra diventavano schiavi dei vincitori. Spesso iperb.: vita da schiavo; obbedire come uno schiavo.

2) Per estensione, che, chi è soggetto alla volontà o al dominio altrui, specialmente in campo politico e sociale: una nazione schiava e impotente; popolazione schiava della classe dirigente. Fig., che, chi si lascia dominare da passioni, vizi e simili: uno schiavo della gelosia.

3) Dial. e ant., forma di cortese saluto: “Amici, vi sono schiavo” (Goldoni); schiavo suo! (vedi ciao).

4) Ant., della Slavonia, slavo.

5) Uccello passeriforme (Dulus dominicus), l'unico rappresentante della famiglia dei Dulidi, detto anche uccello delle palme, diffuso ad Haiti, Gonâve e nelle Grandi Antille. Lungo circa 20 cm, ha becco lungo, sottile e incurvato. Il piumaggio è brunastro, più chiaro inferiormente. Si ciba di fiori e bacche. Costruisce nidi comunitari in cui vivono fino a 5 coppie.

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