soldatìno

Indice

Lessico

sm. [sec. XIX; dim. di soldato].

1) Soldato di bassa statura o giovane e inesperto.

2) Figurina in miniatura riproducente le fattezze di un soldato.

Giochi

Il soldatino ha una storia antichissima e si può supporre che, come la bambola e come altri tipi di modellini, esso sia stato, nelle più rozze delle sue forme, tra i primi balocchi; ancor oggi i tipi più correnti, di plastica o di latta dipinta, sono di uso comune, mentre gli esemplari di alto valore storico o artistico e di particolare precisione sono oggetto di collezionismo. Se ogni documentazione manca a proposito del soldatino inteso come semplice balocco nell'antichità, ne restano tuttavia alcuni esemplari che attestano l'uso non soltanto ludico di questi modelli; primi fra tutti i soldatino di legno che hanno accompagnato nella tomba il principe egizio Emsah (ca. 2000 a. C., Museo del Cairo), quindi qualche esemplare, più unico che raro, dell'età romana e medievale, che non basta a provare una continuità di tradizione ciononostante ipotizzabile, e infine, ormai nell'età moderna, preziosi modelli secenteschi e settecenteschi, frutti raffinati di una civiltà che creò il gusto dell'uniforme e che si dilettava della strategia da tavolino. Famosi furono i soldatini di Luigi XIII e Luigi XIV di Francia che con essi si assuefacevano alle evoluzioni dell'esercito vero, imitati in questo dai rampolli dell'aristocrazia, secondo una tradizione guerresca che, in queste classi, si tramandò per secoli. Alla metà del Settecento il soldatino, da prerogativa regale e aristocratica, divenne giocattolo d'uso comune grazie a J. G. Wilpert, fonditore di Norimberga, che diffuse il tipo in lega di piombo e stagno; e la città diede il nome a questo soldatino classico, bidimensionale e montato su una base, che presto raggiunse forme e misure standard (30 mm per la figura a piedi, 40 per il cavallo). Sempre a Norimberga la dinastia degli Allgeyer ne proseguì la tradizione. Il tipo Norimberga era messo in commercio sciolto o in confezioni, in bianco o già dipinto, e venduto a peso. Alla fine del Settecento a Parigi il fonditore Lucotte, poi seguito dalla CBG che dal 1825 sotto la direzione di Mignot iniziò la fabbricazione di esemplari per collezionisti, creò il soldatino a tutto tondo in una lega di piombo e antimonio (54 mm perla figura a piedi, 70 per il cavallo), riproducenti principalmente l'esercito francese, mentre negli ultimi anni di attività realizzò bellissimi soldatini che si ispiravano alla guerra di indipendenza algerina, alla prima guerra mondiale ed alla campagna napoleonica d'Egitto. Tra la metà del sec. XVIII e quella del XIX, parallelamente alla diffusione dei soldatini, ci fu quella delle figurine militari stampate su carta o cartone, da ritagliare e dipingere, oppure già colorate: eccezionali in quest'ambito quelle, tutte dipinte a mano, di Emanuele ed Emilio Gin (Napoli, Museo di San Martino) realizzate per Ferdinando II di Napoli. L'età d'oro della produzione dei soldatini “di piombo” si pone tra il 1830 e il 1900 con una grande fioritura di tipi diversi che si ispirarono a uniformi europee, coloniali, esotiche, storiche ecc. Le uniformi dell'armata napoleonica restarono sempre, per la loro bellezza e varietà, tra le più riprodotte e ricercate dai collezionisti. In Inghilterra la società William Britain & Sons alla fine del secolo avviò una solida industria nel ramo, inventando il meno raffinato ma più economico soldatino cavo, cioè risultante dall'unione di due stampi. La prima metà del sec. XX segnò una battuta d'arresto nella produzione di soldatini, fino alla ripresa, nel 1947, del tipo Norimberga da parte della citata CBG. È venuto da quel momento nettamente distinguendosi il mercato del soldatino come giocattolo da quello dei pezzi da collezione: nel primo campo va agli inglesi il merito dell'impiego della plastica (la ditta Herald Miniatures, seguita dalla tedesca Elastolin e dalla francese Segom), dell'ampliamento del repertorio dei modelli e della creazione di modelli “da montare”. Il collezionismo invece, che inizialmente rifiutò i tipi in plastica, si rivolge agli artigiani creatori di pezzi unici di particolare pregio e dimensioni (in Italia Pranzetti, Chiappa, Bormioli). Le industrie, i collezionisti e i musei organizzano spesso le figurine in “diorami”, cioè in scene che rievocano avvenimenti storici, fasi di una battaglia, o in gruppi a soggetto.

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