spàzzola

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sf. [sec. XIV; da spazzare, con prob. influsso di spatola].

1) Arnese di varia foggia, secondo l'impiego cui è destinato, formato da un corpo di materiale vario su cui sono infissi peli animali o vegetali, fili metallici o di materia plastica, usato per pulire o lucidare: ho comperato una spazzola per le scarpe e una per i capelli; capelli, baffi a spazzola, tagliati corti e pareggiati come i peli di una spazzola; spazzola di palude, nome toscano della pannocchia della canna palustre, usata come spazzola per spolverare.

2) Attrezzo usato in fonderia durante l'operazione di sbavatura per togliere la sabbia attaccata ai getti. La spazzola a mano è costituita da un supporto in legno portante dei fili di acciaio, quella meccanica è circolare e viene montata su un albero mosso elettricamente o pneumaticamente.

3) In elettrotecnica, elemento conduttore che, nelle macchine rotanti con collettore a lamelle o ad anelli, permette il collegamento dell'avvolgimento di rotore a un circuito esterno. Le spazzole sono blocchi parallelepipedi costituiti da miscele di coke, nerofumo e grafite compressi e trattati in forni appositi; vengono sostenute da portaspazzole e realizzano il contatto elettrico strisciando sul collettore. Allo scopo di evitare un'usura eccessiva dei collettori vengono spesso usate spazzole impregnate con opportuni lubrificanti.

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