subàcqueo

Indice

Lessico

agg. [sec. XVIII; sub-+ acqueo]. Che si trova, avviene, agisce o si usa sott'acqua: vegetazione subacquea; nuoto subacqueo; armi subacquee, mine, bombe, siluri e sim. che operano in profondità; pescatore subacqueo(o solo subacqueo come sm.), che pratica la pesca subacquea ; fotografia subacquea; film subacquei, genere cinematografico che può costituire un settore del documentario scientifico, ma che più spesso è andato ad alimentare il cinema spettacolare.

Tecnica

Le prime riprese subacquee vennero realizzate nel 1893 da L. Boutan, che utilizzò un apparecchio fotografico a lastre di formato 9×12 cm, chiuso in una cassetta stagna munita di un compensatore di pressione. Due anni più tardi lo stesso Boutan utilizzò per primo un lampeggiatore con lampade al magnesio comandato dalla superficie. Sostituì poi a questo apparecchio delle lampade ad arco e con questo sistema realizzò fotografie alla profondità di ca. 50 m. Oggi vengono realizzate custodie subacquee per un gran numero di apparecchi fotocinematografici ed esiste anche qualche apparecchio fotografico concepito per l'impiego subacqueo senza alcuna custodia. Caratteristiche fondamentali di una buona custodia, oltre all'impermeabilità, sono l'assenza di spinta positiva o negativa, la possibilità di azionare dall'esterno tutti i comandi della macchina e la presenza di un mirino ausiliario che consenta un'inquadratura precisa con la maschera. Le custodie per cineprese devono inoltre essere munite di alette stabilizzatrici. Per l'effettuazione delle riprese occorre tenere presente che, a causa dell'elevato indice di rifrazione dell'acqua, l'angolo di campo degli obiettivi è minore che nell'aria. Inoltre la torbidità dell'acqua impedisce l'effettuazione di riprese in campo lungo, per cui si preferisce l'impiego di obiettivi grandangolari. Nelle riprese a colori, oltre che della diminuzione di luminosità con l'aumentare della profondità, occorre tener conto anche del cambiamento di colore della luce, dovuto all'assorbimento e alla diffusione delle radiazioni di minor lunghezza d'onda. Per questo motivo è indispensabile ricorrere all'illuminazione artificiale.

Storia

Pioniere in Francia del film subacquei fu il comandante Y. Le Prieur, che mettendo a punto negli anni Venti e Trenta i primi apparecchi e sistemi tecnici per rendere possibili le riprese sottomarine, aprì la strada al comandante J. Y. Cousteau. Inventore a sua volta d'uno scafandro autonomo, questi realizzò negli anni Quaranta numerosi cortometraggi a carattere scientifico, prima di passare nel 1956, con l'assistenza di L. Malle, al lungometraggio Il mondo del silenzio ch'ebbe anche valori artistici e spettacolari. In Italia (ricordando per pura curiosità che Rossellini esordì nel cinema nel 1936 con il cortometraggio Fantasia sottomarina) il precursore in campo spettacolare fu, con Sesto continente (1964), F. Quilici, che ha poi coltivato, come B. Vailati, le riprese subacquee anche in altri documentari. Essendosi le tecniche sempre più perfezionate, anche nel cinema puramente commerciale è frequente imbattersi in intere sequenze girate negli abissi marini.

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