supposizióne

Lessico

Sf. [sec. XIV; dal latino suppositío-ōnis, da supponĕre, supporre].

1) Atto del supporre; ciò che si suppone; ipotesi, congettura: è una supposizione assurda; la tua supposizione si è rivelata infondata. In particolare, nella logica medievale, l'uso dei termini secondo i diversi significati che possono assumere.

2) In diritto, il far credere vero ciò che non lo è: supposizione di stato, reato contro lo stato di famiglia consistente nel far figurare nei registri dello stato civile una nascita inesistente, o per non essere il bambino mai nato o per essere nato morto; il reato è punito con la reclusione da tre a dieci anni e con la perdita della potestà.

3) Anticamente, sostituzione, scambio di persona.

Filosofia

La supposizione rappresenta una delle quattro proprietà dei termini con l'appellatio, la significatio e la copulatio. La più antica esposizione della dottrina della supposizione che ci è rimasta è quella di Guglielmo di Shyreswood (sec. XIII). Essa è stata sviluppata in modo non uniforme da diversi logici tra cui Pietro Ispano e Guglielmo da Occam senza per altro pervenire a una chiara definizione della nozione stessa di supposizione, e questo perché venivano coinvolti elementi extralogici (linguistici o filosofici) e anche per il determinante condizionamento operato dalla struttura della lingua latina. Oggi, dei vari tipi di supposizione si fa menzione delle sole suppositio formalis (quando un termine è usato con il suo significato abituale, per esempio: il cane è un animale) e suppositio materialis (quando un termine viene usato come segno di se stesso, per esempio: cane è un nome).