tèrmine

Indice

Lessico

sm. [sec. XIV; dal latino termínus, limite, confine].

1) Limite che circoscrive un territorio, una proprietà; confine: l'Adda segna il termine della provincia di Milano verso Bergamo. Per estensione, cippo, steccato o altro segno che indica il confine. Fig., al pl., ambito entro il quale è lecito e opportuno agire secondo l'uso, le convenienze, la legge: rimanere nei termini di un corretto rapporto di lavoro. Anche il complesso dei fatti e degli elementi che servono a configurare una situazione e, quindi, condizione, modo di essere: chiarire i termini della questione; le cose stanno in questi termini.

2) Con riferimento al tempo, limite convenuto entro il quale può o deve avvenire qualcosa: pagare entro i termini stabiliti; contratto a termine, contratto di cui al momento della stipulazione si stabilisce la scadenza entro un limite convenuto; termine di consegna, quello stabilito dal contratto di compravendita o dagli usi, mediante varie clausole; i termini di consegna possono essere prorogati per accordo tra le parti; termine di resa, entro il quale i beni trasportati devono essere restituiti al destinatario. Più generalmente, periodo di tempo, nell'uso bancario: operazioni a termine, sinonimo di scadenza; termine di preavviso, periodo di tempo che decorre dall'avviso dato dal depositante a una banca per prelevare una somma determinata, più o meno lungo secondo l'entità della somma stessa; termine di utilizzo di un credito, il periodo durante il quale è valida una concessione di fido; termine di scambio, rapporto tra l'indice dei prezzi all'esportazione e quello dei prezzi d'importazione, cioè la relazione esistente tra i prezzi medi dei beni e servizi importati e i prezzi medi dei beni e servizi esportati. Correntemente, il momento iniziale e finale di un periodo di tempo entro il quale avviene qualche cosa: ottenere qualche cosa entro i termini stabiliti.

3) Punto in cui qualche cosa cessa di essere, sia nello spazio sia nel tempo; fine: arrivare al termine della strada, della vita; aver termine, finire; porre termine a qualche cosa, farla finire; volgere al termine, esser prossimo alla fine. Fig., stato, condizione che si è raggiunta: lavorando duramente siamo giunti a questo termine; quindi anche la meta, lo scopo che si vuole conseguire: questo è il termine dei miei sforzi; in grammatica: complemento di termine, quello (introdotto in italiano dalla prep. a) che indica la persona o la cosa a cui è diretta l'azione espressa dal verbo.

4) Ciascuno degli elementi definiti, facenti parte di un insieme organico, che si considerano separatamente o che si raffrontano fra loro; i singoli enti di un rapporto o di una serie logica: i termini di un sillogismo;termine di paragone, gli oggetti tra cui si stabilisce un confronto; i termini di una proposizione, il soggetto e il predicato; i termini di una frazione, il numeratore e il denominatore; i termini di una moltiplicazione, i fattori. Con accezioni specifiche: A) in matematica, in una proporzione, ciascuno dei medi o ciascuno degli estremi; in un'equazione, in un'eguaglianza, in una disequazione e in una diseguaglianza, ciascuno dei membri che vi compaiono; in una serie o in una successione, ciascuno degli elementi che la costituiscono. B) In logica, il soggetto o il predicato di una proposizione categorica. In logica matematica designa gli elementi costitutivi di una lingua. Si avranno allora termini primitivi (costanti e variabili) e termini composti, formati cioè da più termini primitivi, ovvero ottenuti dall'aggregazione di più termini primitivi secondo le regole di formazione previste dalla lingua cui si riferiscono.

5) Vocabolo o locuzione propri di un particolare livello linguistico, che servono a definire un concetto specifico: termine tecnico; termine dell'uso comune. Per estensione, vocabolo, parola in genere: in altri termini, in altre parole; moderare i termini, contenere nei limiti dovuti il proprio linguaggio; a rigor di termini, in senso stretto, letterale; a termine di legge, in conformità di legge nel suo testo letterale; familiarmente: mezzo termine, espediente, ripiego; senza mezzi termini, in modo chiaro e risoluto.

Filosofia

Come concetto o elemento di una proposizione, il termine appare già in Aristotele a indicare il soggetto e il predicato; più genericamente, nella scolastica il termine è una dizione provvista di significato da cui è costituita la proposizione. Il suo carattere di segno (ciò che sta per una cosa nella sua enunciazione) è accentuato nella tarda scolastica: così Guglielmo da Occam distingue un termine mentale come intentio animae e un termine materiale come suono convenzionale (il vocabolo pronunciato), indicante un ente reale.

Fisica

Termine spettroscopico, espressione matematica che consente la codifica delle diverse frequenze presenti nello spettro di radiazioni elettromagnetiche emesse dai diversi elementi in opportune condizioni. In molti casi i termini spettroscopici possono essere rappresentati da una forma semplice del tipo , in cui α è una costante empirica, R è la costante di Rydberg e n un numero intero positivo.

Diritto

La configurazione del termine, momento o spazio temporale cui si riportano determinate conseguenze giuridiche, come elemento accidentale del negozio giuridico è moderna: l'esperienza giuridica romana ha rilevato le manifestazioni concrete e con riferimento a singoli istituti; nelle sue linee generali la disciplina del termine risulta analoga a quella della condizione. Secondo i vari istituti giuridici cui si riferisce, il termine assume significati diversi. Nel negozio giuridico, è un elemento accidentale, che consiste in un avvenimento futuro, ma certo (a differenza della condizione), al verificarsi del quale il negozio inizia (termine iniziale) o termina (termine finale) la sua efficacia. È quindi un elemento che incide sull'efficacia del negozio stesso. Tale è anche il significato del termine per quanto riguarda l'atto amministrativo. In campo procedurale, sia civile sia penale o amministrativo, il termine è un limite temporale entro il quale si deve compiere un atto, pena il verificarsi di alcune sanzioni di carattere processuale. Esso può allora essere: perentorio, quando la norma impone che un atto vada compiuto entro un certo termine, altrimenti non potrà più essere compiuto; dilatorio, quando un atto non può essere compiuto prima di un certo tempo; ordinatorio, quando un atto deve essere compiuto entro un certo termine, ma non sono previste particolari conseguenze se il termine non viene osservato. Il termine, generalmente, viene computato a giorni, mesi, anni, talora anche a ore. Il giorno da cui inizia a decorrere non viene computato. In particolare, nel campo del diritto procedurale amministrativo, l'osservanza dei termini assume rilevante importanza, perché sia per i ricorsi in sede amministrativa, sia per quelli in sede giurisdizionale, le norme prevedono termini generalmente brevi e perentori, trascorsi i quali il ricorso non è più esperibile.

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