taylorìsmo

sm. Indirizzo di studi sull'organizzazione scientifica del lavoro, elaborato inizialmente dall'ingegnere statunitense F. W. Taylor all'interno delle industrie siderurgiche della Midvale Steel Co. Il sistema (illustrato nel suo saggio del 1911, The Principles of Scientific Management, Criteri scientifici di organizzazione e direzione aziendale) si basava su tre momenti tra loro strettamente collegati (massima utilizzazione degli strumenti, soppressione dei movimenti inutili, preparazione del lavoro), tramite i quali si otteneva la combinazione ottimale tra le macchine e il lavoro umano. Per ottenere ciò Taylor elaborò tecniche come il cronometraggio dei tempi di lavoro e la catena di montaggio, un sistema produttivo diviso in tante piccole unità semplici e ripetibili che non consentivano alcun spreco di energia né di tempo. Gli operai della catena di montaggio cioè dovevano svolgere solo determinati movimenti sempre uguali per tutta la durata della giornata lavorativa. Chi aveva la capacità di essere straordinariamente veloce era anche incentivato economicamente con un premio di produzione. I metodi suggeriti da Taylor si diffusero rapidamente sebbene fossero vivamente criticati da chi li considerava motivo di superlavoro, di azioni ripetitive e monotone, causa di disoccupazione. E in verità il taylorismo trascurava i lati psicologici del lavoro puntando unicamente sull'aumento della produzione. Ma nonostante i suoi difetti e i suoi limiti il taylorismo si diffuse largamente nei Paesi industrializzati.

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