transitòrio

Indice

Lessico

agg. [sec. XIII; dal tardo latino transitorĭus, da transīre, passare].

1) Provvisorio, non durevole, caduco: è solo un malore transitorio; le ricchezze terrene sono transitorie.

2) Diritto transitorio, complesso di norme emanate dal legislatore assieme all'approvazione di nuove leggi o di nuovi codici. Sono importanti per regolare alcune fattispecie di fatto, che, se sottoposte in blocco al vecchio o al nuovo regime, potrebbero creare ingiustizie o disparità di trattamento.

3) In fisica, di fenomeno (o il fenomeno stesso) che si manifesta nel tempo di transizione da un certo stato, o regime, a un altro.

Acustica

Sono importanti i transitori corrispondenti alla fase di transizione fra due fenomeni sonori stazionari, dovuti a una perturbazione dello stato iniziale, oppure al mutamento delle condizioni di emissione di una sorgente sonora. Il primo tipo di transitorio ha luogo, per esempio, quando un rumore impulsivo si sovrappone temporaneamente al preesistente rumore di fondo. Il secondo tipo ha luogo, per esempio, quando entra in funzione una data sorgente sonora, o quando cessa l'emissione. Nel caso di una nota emessa da un dato strumento musicale, o dall'insieme di più strumenti (orchestra), si ha il transitorio iniziale (detto di attacco) e finale (detto di estinzione), i cui andamenti influenzano il timbro della nota. Se l'emissione sonora ha luogo in un particolare ambiente (camera riverberante) la legge temporale della pressione sonora nei due ambienti è di tipo esponenziale (quindi il livello di pressione sonora varia con legge lineare) con decremento dipendente dai parametri acustici dell'ambiente, proporzionale al tempo di riverberazione.

Informatica

Si consideri il caso in cui il sistema sia rappresentabile da un circuito elettrico a parametri concentrati o distribuiti, nel quale sia definibile un'entrata, alla quale sia applicabile un segnale f(t), e un'uscita, dalla quale sia rilevabile un segnale y(t). Si ammetta, inoltre, che il sistema sia lineare, cioè che la relazione fra f(t) e y(t) sia rappresentabile da un'equazione del tipo:

Si può dimostrare che in tale ipotesi la funzione di uscita y(t) è la somma di due termini, il primo y1(t) dipendente dal tipo di segnale applicato f(t), il secondo y2(t) dipendente soltanto dalla struttura del sistema e non dal segnale applicato. Questo secondo termine caratterizza il fenomeno transitorio ed è dato dalla somma di un certo numero di funzioni esponenziali. Nel caso concreto più semplice le funzioni esponenziali sono a esponente reale negativo, ossia la y2(t) è del tipo: , dove A, B sono delle costanti aventi le dimensioni della y2; τ1τ2 sono delle costanti aventi le dimensioni del tempo, chiamate costanti di tempo . Il caso più semplice è, per esempio, rappresentato da un circuito costituito da una resistenza R e da un'induttanza L in serie, cui sia applicata, come perturbazione, una tensione continua V all'istante t=0; il segnale di uscita sia la tensione misurata ai capi del resistore R, che è espressa dalla: . La costante di tempo L/R è rappresentata nel diagramma della VR in funzione del tempo t dal segmento VH (vedi figura), OH è la tangente nell'origine alla curva.

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