turpilòquio

sm. [sec. XIV; dal latino tardo turpiloquíum, da turpis, turpe+ (col)loquíum, colloquio]. Il parlare osceno. Anche linguaggio scurrile, sboccato e volgare. In diritto, il codice penale lo prevedeva come reato contravvenzionale, punito con l'ammenda. Commetteva il reato il soggetto che, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, usava un linguaggio contrario alla pubblica decenza. Il legislatore, ritenendo il turpiloquio entrato nell'uso comune, ha abrogato la fattispecie con la legge 25 giugno 1999, n. 205.

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