ukiyo-zōshi (letteratura)

(dal giapponese ukiyo; da uku, fluttuante, e yo, mondo; zōshi dà il senso di "racconti del mondo fluttuante"). Genere letterario proprio della nuova classe borghese dei chōnin, si sviluppò soprattutto a Ōsaka, più lontana di Edo dalle restrizioni imposte dal governo. Nondimeno anche Edo conobbe una notevole fioritura di ukiyo-zōshi, dando loro il contributo di una maggiore fantasia e di un più spinto umorismo. Il primo grande autore e il vero inventore di questo genere di libri fu Saikaku Ihara (1642-1693) di Ōsaka, egli stesso un chōnin, i cui scritti sono un mirabile specchio della società urbana del tempo. Dopo la sua morte gli ukiyo-zōshi cominciarono a perdere terreno, fino a che le loro sorti non vennero risollevate dalla collaborazione fra Jishō Andō (1666-1747), proprietario a Kyōto della libreria Hachimonjiya, e lo scrittore Kiseki Ejima (1667-1736). Con la fine della Hachimonjiya (1767) gli ukiyo-zōshi avevano praticamente chiuso il loro ciclo, per cedere il posto ad altri generi sempre “borghesi”, ma di contenuto e valore ormai molto lontani dalla produzione originaria.

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