Lessico

sm. [sec. XIII; latino vas vasis].

1) Recipiente di varia forma, specialmente tondeggiante e di vario materiale, liscio o decorato, destinato a svariati usi, specialmente a contenere e conservare liquidi, o anche a scopo puramente ornamentale: vaso di ceramica; vaso greco, cinese; proverbio: “portar vasi a Samo”, fare un lavoro inutile (con allusione alla grande quantità di vasi prodotti in quell'isola). In particolare: A) vasi sacri, recipienti usati durante la celebrazione della Messa e per la conservazione del SS. Sacramento. B) Vasi da fiori, recipienti di terracotta, per lo più a forma di tronco di cono rovesciato, in cui si coltivano piante e fiori. C) Vaso da notte, orinale. D) Recipiente cilindrico, specialmente di vetro, usato per contenere prodotti alimentari e farmaceutici: un vaso di marmellata.

2) Apparecchio igienico-sanitario a cacciata d'acqua; si distinguono i vasi a sedile, sollevati da terra e muniti di coperchio, da quelli detti “alla turca”, posti a livello del pavimento e privi di coperchio.

3) Negli impianti di riscaldamento ad acqua, vaso di espansione, recipiente avente la funzione di consentire la variazione di volume, dovuta all'aumento di temperatura, dell'acqua contenuta nell'impianto. Il vaso di espansione, situato al di sopra delle tubazioni e in comunicazione con l'atmosfera, è munito di un tubo di troppo pieno che consente lo scarico dell'acqua quando supera un determinato livello.

4) In anatomia, formazione cava (canale, condotto ecc.) nella quale scorre un liquido organico: vaso linfatico, vaso sanguigno, ecc.

5) In botanica, elemento di conduzione presente nei vegetali. Si possono distinguere in base alla loro struttura vasi legnosi, divisi a loro volta in tracheidi e trachee, e vasi cribrosi. I vasi legnosi, che a maturità risultano morti e privi di protoplasma, servono per la conduzione della linfa grezza assorbita dalle radici verso le foglie; i vasi cribrosi, che conservano sempre un velo di protoplasma, servono per la conduzione della linfa elaborata dalle foglie a tutti gli organi del vegetale.

6) In agraria, forma di allevamento di piante arboree, ottenuta mediante opportuna potatura. Nel primo anno si taglia l'astone secondo l'altezza che si vuole dare all'albero e si sopprimono contemporaneamente tutte le gemme tranne tre disposte a triangolo, destinate a costituire lo scheletro della chioma.

7) Nella costruzione navale, vaso fisso, o suola o corsia, ciascuna delle travi longitudinali disposte sullo scalo e sull'avantiscalo; la parte superiore di tali travi forma il piano del varo, cioè la superficie su cui scorre l'invasatura; la parte inferiore di questa comprende a sua volta travi longitudinali, chiamate vasi mobili, che sono a contatto con i vasi fissi. Per diminuire l'attrito e facilitare così lo scorrimento, fra i vasi fissi e quelli mobili si interpone un adatto lubrificante.

Meccanica

Nella meccanica dei fluidi, si dice che due o più recipienti costituiscono un sistema di vasi comunicanti quando sono collegati mediante tubi. Se in due vasi comunicanti si pongono due liquidi non miscibili di densità diverse, d₁ e d₂, per la legge di Stevino la superficie di separazione sarà un piano orizzontale e, in condizioni di equilibrio, le pressioni esercitate dai due liquidi sulla superficie di separazione sono uguali. Indicando con h₁ e h₂ le altezze delle superfici libere dei liquidi rispetto alla superficie di separazione si ha: gd₁h₁=gd₂h₂ (con g accelerazione di gravità), da cui si ottiene h₁ : h₂=d₂ : d₁ cioè, in condizioni di equilibrio, le altezze rispetto alla superficie di separazione di due liquidi eterogenei posti in due vasi comunicanti sono inversamente proporzionali alle rispettive densità. Nel caso particolare di un unico liquido, o di due liquidi con la stessa densità, le altezze delle due colonne liquide risultano uguali (principio dei vasi comunicanti).

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