vaudeville

sm. francese (forse alterazione di Vau de Vire, località della Normandia le cui canzoni popolari satiriche divennero famose all'inizio del sec. XVI). Termine indicante sia un tipo di poesia dal carattere per lo più arguto e malizioso, intonata su una melodia popolare o popolareggiante, molto in voga nel Settecento ma di origine più antica (sec. XV), sia il teatro di varietà statunitense a cavallo tra il sec. XIX e XX, sia un genere teatrale, la comédie à couplets. Il vaudeville, nella prima delle tre accezioni, divenne nel sec. XVIII la forma vocale tipica dell'opéra-comique. Sostituito in quel genere teatrale da ariettes di maggiori ambizioni, il vaudeville passò ad alimentare la citata comédie à couplets, dal piglio agile e scanzonato, che fu ribattezzata appunto vaudeville ed ebbe enorme fortuna in Francia nell'Ottocento, con 10.000 lavori ca. e un gran numero di autori, tra cui E. Scribe e E. Labiche, che diede al genere capolavori come Un chapeau de paille d'Italie (1851; Un cappello di paglia di Firenze). Dopo l'eliminazione degli episodi musicali vaudeville continuò a essere chiamato un tipo di commedia di clamorosa e caricaturale comicità a meccanismo, in cui eccelse, tra Ottocento e Novecento, G. Feydeau. Il vaudeville fiorì nell'Ottocento anche in Russia. Nel sec. XX il termine ha assunto un significato ancor più generale, applicandosi, in maniera sostanzialmente arbitraria, a vari generi di spettacolo leggero, musicale e teatrale.

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