z
IndiceLessico
(pronuncia per esteso zèta), sm. o f. Ventunesima e ultima lettera dell'alfabeto italiano (ventiseiesima considerando j, k, w e y).
Fonetica
In fonetica, in italiano la lettera ha diversi valori fonetici: quello dell'affricata alveolare sorda (detta anche forte, dura, o più comunemente aspra) corrispondente sostanzialmente all'occlusiva alveolare sorda t seguita dalla sibilante sorda s; e quello dell'affricata alveolare sonora (detta anche lene, molle, o più comunemente dolce) corrispondente all'occlusiva alveolare sonora d seguita dalla sibilante sonora che in questa enciclopedia viene indicata col segno grafico ʃ. Non è facile dare regole precise e rigorose sulla diversa pronuncia di questa lettera in italiano: in generale si può dire che è quasi sempre sorda dopo l (alzare), davanti a i atono seguito da vocale (ozio, con poche eccezioni come azienda), sempre sorda nei suffissi -anza, -enza, -ezza, -ozzo, -uzzo (ignoranza, accoglienza, bellezza), sempre sonora nel suffisso -izzare (civilizzare). L'opposizione tra z sorda e z sonora ha valore fonematico nel caso di razza (stirpe) con la sorda, e razza (pesce e raggio) con la sonora. In italiano la z, sia sorda sia sonora, è normalmente doppia anche quando è scritta scempia (cioè la pronuncia di azione è in effetti quella di azzione).
Linguistica
In linguistica, la lettera Z dell'alfabeto latino deriva dalla lettera Z dell'alfabeto greco, che a sua volta risale al segno fenicio zayin. Secondo gli antichi grammatici la lettera z dell'alfabeto latino arcaico fu eliminata come inutile da Appio Claudio nel sec. IV a. C. e il suo posto fu occupato dalla nuova lettera G; fu certamente poi reintrodotta nel sec. I a. C. per la trascrizione delle parole greche e collocata come ultima lettera dell'alfabeto. Precedentemente greco z veniva riprodotto con s all'inizio di parola (sōna da greco zonē, cintura), ss all'interno di parola (massa da greco máza, impasto, massa). Da latino ti atono e prevocalico si è normalmente sviluppata in italiano z sorda (terzo da latino tertius) e da latino di atono e prevocalico si è sviluppata z sonora (pranzo da latino prandium). Abbastanza spesso le parole italiane con z sono prestiti da altre lingue e in questo caso z è sorda se derivata da z germanica (zanna) o da s araba (zecca); è invece sonora quando deriva da z persiana (bazar) e da z araba (zafferano).