v

n.f. o m. invar. ventiduesima lettera dell’alfabeto (ventesima dell’alfabeto italiano tradizionale) il cui nome è vu, meno com. vi; rappresenta la consonante fricativa labiodentale sonora | a V, che ha forma di V maiuscola: maglione con scollatura a V | V come Venezia, nella scansione delle parole lettera per lettera, spec. al telefono | Viene usata in sigle (p.e. V, Città del Vaticano; VF, Vigili del Fuoco; VV.UU., Vigili Urbani) e abbreviazioni (p.e. V., per nomi propri di persona come Vincenzo, Vittorio, Valeria; B.V., Beata Vergine; S.V., Signoria Vostra; V.E., Vostra Eccellenza; p.v., prossimo venturo; v., in bibliografia, vedi, vedasi, per indicare un rinvio; s.v., in opere lessicografiche, sub voce, sotto la voce, per rinviare appunto a una particolare trattazione; v., in testi di grammatica, verbo) | V, nella numerazione romana, cinque; nell’uso corrente, quinto | V, ( chim.) simbolo del vanadio | V, ( mat.) simbolo del volume | V, ( fis.) simbolo di volt e della differenza di potenziale | v, ( fis.) simbolo della velocità | v., verso | v., V., vedi.

Nota d'uso

· Le pronunce e sono entrambe corrette; la prima è più comune.


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