Le guerre di religione e il barocco

La "Satira menippea"

Ancor prima che scoppiassero le guerre di religione, scrittori calvinisti avevano dato inizio a una produzione di aspri pamphléts che avevano come bersaglio la Chiesa di Roma.

L'opera satirica più importante uscì quando le guerre di religione erano già concluse. Nel 1593 un gruppo di eruditi parigini scrisse la Satyre ménippée (Satira menippea). Espressione dei politiques (coloro che volevano ricomporre la frattura politico-religiosa), quest'opera comica si colloca nel contesto dell'ascesa al trono di Enrico IV, convertito dal protestantesimo al cattolicesimo, fortemente avversata dall'ala estremista del movimento cattolico che, per opporsi, aveva convocato gli Stati generali. L'azione si apre nel cortile del Louvre: due ciarlatani vantano le proprietà di una droga capace di uccidere i propri nemici pur restando bravi cattolici. Seguono vari discorsi di cattolici fanatici al servizio della Spagna o del papa ma non della Francia. Alla fine prende la parola un rappresentante del Terzo Stato che elogia Enrico IV come pacificatore. La grande forza satirica e la concezione dell' honnête homme (l'uomo formato alla ragione, alle buone maniere, alla cultura e alla tolleranza), verranno ripresi nel Seicento.