Invenzione romanzesca e "nouveau roman"

Boris Vian

Boris Vian (1920-1959), musicista jazz, ingegnere, cantautore, giornalista e attore) fu autore di un'opera letteraria di abbagliante vivacità linguistica, oggi giustamente rivalutata dalla critica. Provocò scandalo esordendo con un romanzo nero, pretesa traduzione da un autore americano, Vernon Sullivan, J'irai cracher sur vos tombes (Andrò a sputare sulle vostre tombe, 1946). Pubblicò poi Les morts ont tous la même peau (I morti hanno tutti la stessa pelle, 1947), Vercoquin et le plancton (1947), quindi i suoi romanzi più maturi e originali: L'écume des jours (La schiuma dei giorni, 1947), L'automne à Pékin (Autunno a Pechino, 1947), L'herbe rouge (L'erba rossa, 1950), L'arrache-cœur (Lo sterpacuore, 1953). Al centro dell'opera di Vian è il gioco verbale, condotto con estro inesauribile e fantasia sbrigliata. Lo humour nero o straniato dei suoi racconti, fatto di associazioni incongrue e insolite, dà vita a un universo artificioso e prodigioso, in cui dietro l'ambiguo sarcasmo traspare, contenuta e implicita, l'angoscia per la condizione dell'uomo, oppresso dalla malattia, dal dolore e dalla morte. Ha scritto inoltre una raccolta di poesie (Je voudrais pas crever, Non vorrei crepare, 1962 postuma) e alcune opere teatrali vicine a tematiche e moduli del teatro dell'assurdo.