Il teatro del primo Novecento e Paul Claudel

Alfred Jarry

Alfred Jarry (1873-1907), nato a Laval, appena quindicenne scrisse le "gesta" grottesche di un professore di fisica, detto P.H. (Père Hébert), ricavandone poi una commedia per marionette. Nel 1891 si trasferì a Parigi, e trasformò P.H. nel personaggio di Père Ubu nella pièce Ubu roi (Ubu re, 1894), rappresentata al Théâtre de l'Oeuvre nel 1896 con grande successo. Da allora Jarry rimase legato al suo personaggio, assumendo atteggiamenti volutamente provocatori anche nella vita privata, che fu sregolata e brevissima. Così seguirono: Ubu cocu (Ubu cornuto, 1897), Ubu enchaîné (Ubu incatenato, 1899), Ubu sur la butte (Ubu sulla collina, 1901). Ubu vuole essere il "doppio ignobile" del pubblico, lo specchio in cui lo spettatore vede "l'eterna imbecillità umana", il riflesso grottesco dei propri difetti e delle proprie bassezze. Il gusto della deformazione verbale, la comicità stridente e un po' macabra, i procedimenti talvolta grossolani hanno suscitato opinioni discordi. Giudicata un rumoroso gioco di liceali dagli uni, la sua opera fu esaltata dai surrealisti per il carattere di negazione anarchica e sovversiva di ogni valore letterario.