Il teatro del primo Novecento e Paul Claudel

Paul Claudel

Paul Claudel (1868-1955) fu uno dei più grandi poeti del suo tempo ed esponente di rilievo del rinnovamento del cattolicesimo in Francia.

La conversione

Nato a Villeneuve-sur-Fère, adolescente ebbe una profonda crisi di rifiuto dei modelli culturali familiari e scolastici, che approdò nell'adesione totale al cattolicesimo, orientando in modo definitivo la sua attività umana (intesa come un apostolato) e la sua opera letteraria. Nel 1890 intraprese la carriera diplomatica, che lo portò per lungo tempo in varie parti del mondo. Nel 1946 tornò a Parigi e venne accolto all'Académie française. Morì a Parigi.

Le prime opere

La produzione di Claudel è molto vasta. I primi testi per il teatro (Tête d'or, Testa d'oro, 1890; La jeune fille Violaine, La fanciulla Violaine, 1892; L'échange, Lo scambio, 1894) portano ancora il segno della crisi, con l'angoscia, la rabbia, i dubbi. La lunga relazione intrecciata in Cina con una donna sposata (1899-1904) ispirò uno dei drammi più intensi di quegli anni, Partage du midi (Crisi meridiana, 1906): la dolorosa esperienza dell'amore terreno e carnale è in conflitto con le leggi di Dio; la passione dei protagonisti viene superata dalla tensione verso Dio; con la morte, la separazione terrena diventa unione e presenza. Claudel utilizzò un'originale forma espressiva, suggerita dalla lettura della Bibbia e dei tragici antichi: il "versetto", un verso lungo, privo di rima, adatto a rendere un andamento a lunghe ondate, a registrare i ritmi del cosmo, a esprimere l'integrazione tra poetico e prosaico della vita moderna. L'opera maggiore della giovinezza, Cinq grandes odes (Cinque grandi odi, 1910), rappresenta l'ascesa e il trionfo della Grazia: il poeta lotta con l'ispirazione pagana fino a riconoscere nella Grazia l'unica Musa. La poesia di Claudel è una poesia di idee; il suo tema centrale è l'armonia dell'intelligenza e della fede. Il poeta non è un "veggente", ma un profeta, che celebra il dialogo del mondo con Dio. Solo Dio è creatore e il poeta non può che riscoprire il mondo attraverso Dio. Le odi di Claudel hanno suscitato un ampio dibattito critico: accostata da alcuni addirittura all'opera di Dante, ad altri la sua poesia è apparsa paludata, teatrale, solenne. Nel 1913 Claudel scrisse la Cantate à trois voix (Cantata a tre voci), espressione di una fede ormai conquistata e fonte di pace interiore.

Un teatro cattolico

Negli anni della maturità lo scrittore attenuò la veemenza degli esordi e si impegnò nella professione di fede proponendo una trilogia cattolica (L'ôtage, L'ostaggio, 1911; Le pain dur, Il pane duro, 1918; Le père humilié, Il padre umiliato, 1920), in cui il sacrificio espiatorio degli innocenti diventa fondamento di un ordine nuovo, contrapposto al mondo moderno senza libertà e senza Dio. Ambientato nel Medioevo delle crociate è il dramma L'annonce faite à Marie (L'annuncio a Maria, 1912), considerato uno dei più riusciti, che riprende il tema del sacrificio nobilitato dalla fede. Suo capolavoro è il dramma Le soulier de satin (La scarpina di raso, 1927), esempio di teatro totale che mette in scena (previste nove ore) il mondo intero, con un gran numero di personaggi ed episodi, ambientati nei luoghi più diversi, incoerente e disordinato come la vita. Al centro, la vicenda di Rodrigue e Prouhèze, che scelgono la salvezza rinunciando all'amore e al peccato: fra i due, un terzo protagonista, il mare, che separa gli amanti e insieme ne assicura la fusione. Il mare, che riprende il simbolismo dell'acqua presente in tutta l'opera di Claudel, è l'eternità, l'elemento che ricongiunge l'individuo con la sua sorgente, dunque con tutte le anime, è la comunione dei santi.