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  • La "Nouvelle revue française"

La "Nouvelle revue française"

Nel febbraio 1909, a Parigi, nacque la "Nouvelle Revue Française", fondata da J. Coupeau, A. Ruyters, J. Schlumberger e H. Ghéon, cui si unì poco dopo André Gide. La rivista ebbe un ruolo fondamentale nel dibattito letterario di quegli anni, in particolare per la narrativa. Nel 1911 l'omonima casa editrice affiancò la rivista e si trasformò nel 1919 nella prestigiosa Gallimard. Tra i numerosi collaboratori furono in particolare: Larbaud, Rivière e Thibaudet. Valéry Larbaud (1881-1957) per primo introdusse in Francia autori stranieri come J. Joyce, I. Svevo, J.L. Borges e scrisse fra l'altro il limpido e raffinato romanzo A.O. Barnabooth (1908-13), il cui protagonista è un poeta miliardario, vaggiatore forsennato, avido di nuovi orizzonti, il racconto Fermina Marquez (1911) e il saggio Ce vice impuni, la lecture (Quel vizio impunito, la lettura, 1925). Segretario della rivista, direttore dal 1919, Jacques Rivière (1886-1925) scrisse saggi critici di grande interesse, raccolti nel volume Études (Studi, 1912), e alcune opere narrative, fra cui il romanzo d'analisi Aimée (1922). Fondamentale il ruolo di Albert Thibaudet (1874-1936), docente di letteratura francese all'università di Ginevra, i cui contributi alla rivista (raccolti in Réflexions, 1938-39-41) costituirono il punto di riferimento di una nuova impostazione critica, libera da strettoie accademiche ma non disposta a facili improvvisazioni, che si proponeva di cogliere l'individualità dell'autore e del testo collocandoli all'interno di una fitta rete di rapporti con altri autori e testi e ricreando dall'interno il movimento vitale di ogni attività creatrice.