Nuove tendenze del romanzo e Céline

Ricchezza espressiva del romanzo

La ricchezza espressiva del romanzo è documentata dalla varietà di esperienze che si presentano a partire dagli anni '20.

Paul Morand (1888-1976), diplomatico di carriera, esordì con due raccolte poetiche, quindi raggiunse il successo con due libri di racconti, Ouvert la nuit (Aperto la notte, 1922) e Fermé la nuit (Chiuso la notte, 1923), seguiti dal romanzo Lewis et Irène (1924), immagini vivide del mondo frivolo dei "folli" anni '20, espresse con un ritmo agile ed elegante e uno stile brillante e rapido, di grande leggibilità.

Jacques Chardonne, pseudonimo di Jacques Bouteilleau (1884-1968), incentra i suoi romanzi, tra cui Épithalame (Canto nuziale, 1921), Les destinées sentimentales (I destini sentimentali, 1934-36, 3 voll.), sull'analisi dei rapporti tra uomo e donna, condotta con stile sobrio, spoglio e insieme armonioso.

Henri Millet de Montherlant (1896-1972), di famiglia aristocratica, evocò nei primi romanzi le esperienze autobiografiche del collegio (La relève du matin, La sveglia del mattino, 1920) e della guerra (Le songe, Il sogno, 1922). Il mito del coraggio e della virilità, il culto dell'io ­ derivate dalla lettura di Nietzsche, Barrès e Gide ­ si accompagnano a una ricerca spesso impietosa di sincerità. I romanzi successivi (Les célibataires, Gli scapoli, 1934; Les jeunes filles, Le fanciulle, 1936-39; Le chaos et la nuit, Il caos e la notte, 1963) approdano a una voluta ambiguità: il rischio, la violenza, l'azione appaiono esperienze esaltanti ma vane, che non si traducono in una morale eroica ed edonistica. Altrettanto inutile e vuoto è l'eroismo rappresentato nei suoi drammi teatrali, proposti in enfatiche ambientazioni storiche e con toni da tragedia seicentesca.

Jacques de Lacretelle (1888-1985) è autore di romanzi d'analisi (Silbermann, 1922; Les hauts-ponts, I ponti alti, 1932-35, 4 voll.; Quand le destin nous mène, Quando ci guida il destino, 1981), pervasi da un moralismo cupo, che si collegano alla tradizione classica per lo stile sobrio e misurato e per la presenza insistente della fatalità tragica intorno a passioni primitive e devastanti.