La poesia e la prosa dal 1625 al 1660

I prosatori

Il periodo, ricco di fermenti politici, religiosi e filosofici oltre che di nuove scoperte scientifiche, alimentò un'abbondante produzione in prosa; ma pochi prosatori emersero per un reale valore letterario. Tra questi è comunque da segnalare Izaak Walton (1593-1683), il primo vero biografo della letteratura inglese, autore di Lives (Vite) di J. Donne (1640), R. Hooker (1665), G. Herbert (1670), opere scritte con uno stile asciutto e diretto che costituiscono una felice combinazione di biografia realistica e agiografia ideale.

Thomas Browne

Thomas Browne (1605-1682) fu medico e umanista. La sua opera più famosa è il trattato Religio medici (La religione di un medico, 1642), una raccolta di riflessioni sulla sua professione di fede cristiana, nella quale egli evidenziò gli elementi del prodigio e del mistero. La sua posizione nei confronti del conflitto religione-scienza fu di estrema tolleranza: anzi per lui non esisteva conflitto tra i doveri dello scienziato e quelli dell'uomo religioso e il suo testo tentò una riconciliazione tra il divino e lo scientifico, elementi tradizionalmente opposti. Altre sue opere sono Pseudodoxia epidemica, or vulgar errors (1646), sugli errori popolari, e The garden of Cyrus (Il giardino di Ciro, 1658). Il suo stile complicato ma ben articolato ebbe largo seguito.

Thomas Hobbes

Il filosofo Thomas Hobbes (1588-1679) nella sua opera più famosa, The leviathan (Il leviatano, 1651), si fece portavoce e sostenitore dell'assolutismo in politica. Come prosatore il suo interesse principale non era rivolto alla forma, ma alla sostanza e il suo stile, esatto e asciutto, risulta molto efficace. Egli partì da un'analisi dell'uomo e costruì una teoria dello Stato concepito come strumento per evitare il conflitto tra gli uomini, la cui tendenza naturale è quella di entrare in conflitto per ottenere un potere sempre maggiore. Se Francis Bacon aveva proposto una teoria scientifica di tipo induttivo, reagendo contro la filosofia scolastica e contro ogni pensiero aprioristico, Hobbes cercò di colmare il vuoto lasciato dalla disgregazione del pensiero medievale e può essere considerato, insieme con Machiavelli, il fondatore della moderna scienza della politica.