L'eredità americana

Accanto alle arditezze sperimentali di alcuni poeti, altri coltivarono forme e temi più tradizionali, legati al mondo reale americano e al suo patrimonio culturale.

Edgar Lee Masters

Edgar Lee Masters (1869-1950), nato a Garnett, Kansas, dopo gli studi si trasferì a Chicago, dove fece l'avvocato e si inserì nell'ambiente e nei circoli letterari. Dopo aver letto la greca Antologia palatina, decise di dare forma poetica al progetto che meditava da diversi anni, cioè un romanzo ispirato al microcosmo di una cittadina del Midwest. Nacque così Spoon River Anthology (Antologia di Spoon River, 1915), che riscosse un immediato e vastissimo successo. L'opera è una raccolta di epitaffi, in cui i defunti si raccontano in prima persona svelando i retroscena della propria vita, i sogni e le aspirazioni frustrate. Proprio perché ormai morti, essi possono essere onesti, ma rimangono profondamente attaccati alla vita e carichi di emozioni: odio, risentimento, disperazione. La raccolta, a metà strada fra poesia e prosa, è priva di retorica e costituisce una rivolta contro la morale puritana e gli schemi piccolo-borghesi. La cadenza e il ritmo del linguaggio quotidiano sono un altro motivo di suggestione del libro, che ha come protagonisti il tempo e il ricordo, elementi che trasfigurano qualsiasi esperienza. Proprio il suo stile semplice e poco poetico nel senso tradizionale del termine, la sua presentazione esplicita di vite private, la sua accettazione del sesso come istinto primario dell'uomo e la sua visione profondamente critica della piccola città americana fu causa di sdegno critico e del successo di pubblico. Il libro ebbe diciannove ristampe, allora un record per la poesia, e rimase un'opera fondamentale nell'immaginario americano. Essa servì d'ispirazione per le innumerevoli descrizioni di piccole cittadine americane contraddistinte dall'ipocrisia e da una mentalità provinciale che si incontrano così spesso nella letteratura e nel cinema americani. La poesia di Masters, con la sua abilità drammatica e la sua capacità di concentrare una vita intera nella narrazione di un singolo fatto, diede un contributo importante anche allo sviluppo del racconto breve. La seconda antologia The new Spoon River (1924) descriveva un ambiente meno provinciale e più cosmopolita.

Carl Sandburg

Carl Sandburg (1878-1967), nato a Galesburg, Illinois, da una famiglia di origine svedese, fece l'operaio stagionale e si arruolò nella guerra ispano-americana (1898). Pubblicò le prime poesie sulla rivista "Poetry" e la prima raccolta, Chicago poems (Poesie di Chicago), nel 1916: essa offriva un'efficace descrizione dell'America, permeata da un sentimento ambivalente verso la città e verso Chicago, che appariva, nonostante le brutture, come la metropoli del futuro. Le raccolte successive (Cornhuskers,Gli spannocchiatori, 1918; Smoke and steel, Fumo e acciaio, 1920; Prairie years, Gli anni delle praterie, 1926) erano ispirate al fascino per la gente comune e alla curiosità per ogni aspetto della realtà, e caratterizzate da un linguaggio vivo e ritmico. Appassionato cultore delle tradizioni folcloriche degli USA, raccolse i canti popolari, che in parte egli stesso interpretò con misurata sensibilità accompagnandosi con la chitarra. Fu anche autore di un'ampia biografia di Lincoln e del poema The people, yes (Il popolo, sì, 1936).

William Carlos Williams

William Carlos Williams (1883-1963), nato a Rutherford, New Jersey, da padre inglese e madre portoricana, si laureò in medicina e continuò a esercitare la professione medica anche dopo aver raggiunto la notorietà come poeta. Si ispirò agli aspetti più comuni e quotidiani della vita di provincia, ma seppe trasfigurarli in una personale visione poetica. Sulla scia di Whitman, volle creare una letteratura realmente americana, nei temi e nella lingua. Fu profondamente convinto della necessità per l'artista di immergersi fisicamente ed emotivamente nel proprio specifico ambiente, pur mantenendosi intellettualmente aperto a tutte le possibili novità del panorama poetico europeo e americano. All'inizio della sua carriera letteraria, Williams fu influenzato dall'imagismo e da E. Pound. Fu uno dei primi scrittori americani a comprendere l'importanza dell'apporto delle arti figurative dei primi anni del Novecento alla poesia. Egli era convinto che la poesia dovesse riprodurre la verità del mondo anche negli aspetti più prosaici, senza distorsioni sentimentali; inoltre si opponeva all'espressione astratta. La sua poesia, basata soprattutto sull'esperienza personale, ma sempre attenta a evitare le generalizzazioni tipiche della scrittura autobiografica, si fermava alla superficie delle cose, presentando particolari concreti di vita comune senza commenti, tralasciando le interpretazioni generali. L'opera che rivela l'ampiezza e la serietà del suo programma è Paterson, poema epico in cinque libri al quale lavorò in modo discontinuo per trent'anni e che fu pubblicato fra il 1946 e il 1958. L'immenso materiale linguistico è montato come un collage in modo da conferire, attraverso cambiamenti di ritmo e di vocabolario, altre prospettive al tema principale: l'unione fra uomo e donna, fra città e campagna, fra passato e presente, fra poesia e prosa, fra realtà e conoscenza, fra il concreto e l'astratto. Tutta la carriera artistica di Williams fu dedicata alla valorizzazione e al potenziamento delle qualità peculiari dell'esperienza americana, con una passione che investì inevitabilmente anche la sfera politica. Oltre a collaborare con riviste di impegno radicale ("Blast", "The New Masses"), scrisse lavori teatrali, un libretto d'opera, oltre cinquanta racconti, quattro romanzi (fra cui White mule, Mulo bianco, 1937; In the money, Nel denaro, 1940; The build-up, La crescita, 1952), un'autobiografia e un volume di saggi critici.

Robert Frost

Robert Frost (1874-1963) è stato probabilmente il più conosciuto e il più amato fra i poeti americani del Novecento. Nato a San Francisco, vi trascorse l'infanzia, ma quando suo padre morì (1885) si trasferì con la famiglia nel New England. Compì studi irregolari e si dedicò a molti lavori, fra cui quello di reporter. Nel 1912, deciso ad affermarsi in ambito letterario, si recò con moglie e figli in Inghilterra, dove trovò un editore per il suo primo libro di poesie, A boy's will (Testamento di un ragazzo, 1913). Ezra Pound lo recensì favorevolmente e raccomandò Frost agli editori americani, aiutandolo così nella pubblicazione della seconda raccolta, North of Boston (A nord di Boston, 1914). L'opera raccolse molti consensi fra il pubblico e la critica convincendolo a tornare negli Stati Uniti nel 1915. Si dedicò alla poesia e tenne contemporaneamente corsi e conferenze in varie università americane. La fortuna incontrata dalla sua poesia nasceva dalla sua capacità di saldare forme tradizionali (il sonetto, il distico rimato, il blank verse) con vocabolario e ritmi colloquiali della lingua americana e inoltre dall'abitudine di ricondurre le poesie singole a un'unità più ampia, presentando in esse un narratore ricorrente, un saggio che vive a contatto con la natura e che si avvicina alla vita con uno spirito di pietoso realismo. Pubblicò numerose altre raccolte poetiche, tra cui New Hampshire (1923), A witness tree (albero testimone, 1942), A masque of mercy (Maschera della pietà, 1947); ottenne quattro volte il premio Pulitzer (1923, 1930, 1937, 1943). Morì a Boston.

Punto di partenza e fonte d'ispirazione del suo discorso poetico è la natura del New England; contenuto è il rapporto dell'individuo, come essere sociale, con la natura, intesa come problematico punto di riferimento per una riflessione esistenziale sull'uomo e sulla società americana.

Robinson Jeffers

Robinson Jeffers (1887-1962), nato a Pittsburg, Pennsylvania, si trasferì in California e abitò a Carmel. La raccolta Tamar and other poems (Tamara e altre poesie, 1924) lo impose alla critica. La sua poesia era permeata di un aspro risentimento verso l'umanità, colpevole della trasformazione della terra in un teatro di sanguinosa violenza; invece, la natura veniva riproposta nella sua magnificenza primordiale, anteriore ai "guasti" causati dall'uomo. Il suo stile un po' barocco è affascinante, specie nei componimenti più brevi.