Cesare

Relatore delle proprie imprese

Pur trattando una materia che lo vede protagonista assoluto, Cesare riesce a mantenere uno sguardo lucido sulle vicende esposte: l'uso stesso della narrazione in terza persona (secondo l'esempio dello storico greco Senofonte nell'Anabasi) è segno della volontà di trattare la materia in modo obiettivo. È chiara anche la funzione politica dei due commentari: Cesare sente la necessità di giustificare la sua opera. Nel De bello gallico presenta l'intervento nelle varie guerre e la conquista di tutta la Gallia come necessarie alla difesa del territorio romano minacciato dai nemici esterni. Nel De bello civili addossa agli avversari la responsabilità di aver scatenato la guerra per cupidigia e ambizione. La sua autodifesa, tuttavia, se gli ha suggerito tagli particolari nella presentazione di alcuni episodi e qualche alterazione nella cronologia degli eventi, non ha comportato falsificazioni sostanziali della realtà.

La lingua purissima, il nitore dell'espressione, l'elegante semplicità ed essenzialità della sintassi, il rifiuto di abbellimenti retorici dipendono da una scelta di stile: "nudi, schietti, belli, svestiti di ogni ornamento" così li giudica Cicerone nel Brutus; ma essi riflettono anche la lucidità intellettuale di Cesare e il suo dominio sulla complessità della forma. Nei commentari non vi sono analisi psicologiche particolari, né discorsi, né racconti pittoreschi, ma l'esposizione nuda e cruda delle vicende che, raccontate con straordinaria efficacia drammatica, tengono sempre vivo l'interesse del lettore. Di grande importanza sono le notizie sugli usi militari dei romani, sulle loro opere di ingegneria, come costruzioni di ponti, di navi e di fortificazioni; rilevante è la presentazione delle caratteristiche geografiche delle regioni e degli aspetti etnici della diverse popolazioni dell'Europa nord-occidentale: galli, germani, britanni. La descrizione delle battaglie evidenzia l'eccellenza della strategia e della tattica militare di Cesare, che sarà oggetto di studio nei secoli. E su tutto domina la figura di Cesare, la moderazione con cui presenta i propri successi, la cordialità e la simpatia con cui parla dei suoi soldati e dei suoi ufficiali, specie quelli di grado subalterno, come i centurioni, evidenziando i loro atti di eroismo, la disciplina, la devozione verso il generale.