La "nuova musica" dell'avanguardia

La "nuova musica" dell'avanguardia

In sintesi

L'avanguardiaFino al 1960, l'avanguardia esplorò il linguaggio musicale e la materia sonora privilegiando il rigore razionalistico e l'organizzazione seriale del materiale sonoro, sfociando così nello strutturalismo. Centro propulsivo della ricerca fu Darmstadt, città tedesca dell'Assia, dove un gruppo di compositori aveva dato vita dal 1946 ai corsi sulla "nuova musica".
musica concretaIntendendo allargare le possibilità timbriche tradizionali, la musica concreta supera la distinzione tra suono e rumore: non si vale dei suoni emessi dagli strumenti, ma di elementi sonori preesistenti, registrati e manipolati in vario modo attraverso modificazioni del timbro, dell'intensità, dell'altezza. Grande importanza assunse in questo ambito di ricerca la figura di E. Varèse.
VarèseVarèse perseguì in modo originalissimo un ideale radicale di rinnovamento del linguaggio musicale, soprattutto per quanto riguarda il gusto audacissimo per la materia sonora, adottando nelle sue opere organici inconsueti per ampiezza e formazione. Compose un numero abbastanza ridotto di opere, tra le quali: Offrandes (1922), Intégrales (1925), Ionisation (1931), Déserts (1954), Density 21.5 (1936).
ScelsiFu musicista dallo stile ascetico, capace di sintesi tra la musica orientale e le tecniche raffinate dell'avanguardia, dalla straordinaria inventività musicale e dall'inesauribile forza di sperimentatore. Fra le opere: Quattro pezzi per orchestra (ciascuno su una nota) (1959), le composizioni per pianoforte degli anni Trenta (40 préludes, 7 suite e 4 sonate) e degli anni 1952-55, musica da camera e per coro e orchestra.
MessiaenHa elaborato con estrema coerenza un complesso sistema linguistico nel quale i risultati dei suoi studi sul ritmo, la modalità, il timbro e le tecniche della musica seriale si fondono con suggestioni provenienti dalla mistica cattolica, influssi orientali e minuziose ricerche sul canto degli uccelli. Nei due anni di prigionia durante la guerra, scrisse il Quartetto per la fine dei tempi (1941). Lo stesso Messiaen divise la sua vastissima produzione in quattro categorie: opere religiose basate su testi delle Sacre Scritture; opere di ricerca ritmica; opere legate al mito di Tristano e Isotta; opere ispirate al canto degli uccelli.
MadernaFra i primi compositori italiani di musica elettronica (nel 1954 fondò con L. Berio lo Studio di Fonologia della RAI a Milano), aderì all'avanguardia postweberniana, segnalandosi per l'attenzione alla dimensione materica del suono e la grande libertà interpretativa e compositiva. Scrisse l'opera radiofonica Don Perlimplín (1962), le azioni teatrali Hyperion (1964), Dall'A alla Z (1970) e Satyricon (1973), composizioni sinfoniche (Quadrivium, 1969), concerti, musica da camera.
BerioL'interesse di Berio per l'esplorazione fonica si è concretizzato sia in lavori sinfonici per orchestra, sia in brani per strumenti soli, come testimoniano le Sequenze I-XI (1958-88), ognuna per uno strumento diverso. In questa direzione un ruolo particolare è riservato soprattutto alla voce. Berio ha composto molte pagine sia strumentali, sia per il teatro: La vera storia (1982, testo di I. Calvino), Un re in ascolto (1984, testo di I. Calvino) e ha svolto un'intensa attività didattica negli Stati Uniti e in Europa.
StockhausenEsponente fra i più significativi dell'avanguardia, seguì una costante evoluzione dalla posizione strutturalistica delle prime opere sino a giungere a una sorta di vitalismo irrazionalistico teso a recuperare alla musica, anche a livello dell'ascolto, una capacità di coinvolgimento totale. L'elenco, amplissimo, delle sue composizioni registra una sequela di sperimentazioni; con l'azione integrale Donnerstag aus Licht (1981) diede inizio al ciclo Licht. Die sieben Tage der Woche (Luce. I sette giorni della settimana).
XenakisHa applicato alla tecnica compositiva la teoria delle probabilità e della logica matematica, coerentemente con la sua concezione della musica come agglomerato di masse e di linee sonore. Ha composto brani per orchestra, musiche elettroniche e lavori di vario genere: Persephassa per 6 percussionisti (1969); Horos per orchestra (1986), Les Bacchantes d'Euripide per baritono, coro femminile e complesso strumentale (1993). Ha pubblicato vari saggi, tra cui La musica stocastica (1961) e Musica. Architettura (1971).
NonoSi mosse nella direzione di una musica che fosse veicolo di impegno civile e morale; spinto verso la sperimentazione tecnica, compose opere per nastro magnetico e per strumenti elettronici. Il più impegnativo fra i suoi ultimi lavori è stata l'opera Prometeo, tragedia dell'ascolto su testo a cura di M. Cacciari (1984): con questa pagina le tensioni umane ed esistenziali trovarono nuova dimensione in una poetica dell'ascolto interiore.
LigetiNell'acquisire gli esiti della "nuova musica", Ligeti mantenne un atteggiamento caratterizzato dalla creazione di cangianti fasce sonore, come accade in Requiem (1966), Lontano (1967), Le grand macabre (1978) e in altre opere. Altrettanto rilevante nell'opera di Ligeti il gusto per la "micropolifonia", per un gioco di minuti e frastagliati disegni contrappuntistici che nella loro estrema mobilità contrastano con la staticità delle fasce sonore: Concerto per violoncello e orchestra (1966), Lux aeterna per 16 voci a cappella (1966), Concerto per pianoforte (1988).
BoulezPersonalità aperta a ogni influenza, unita però a un'accesa fantasia sperimentale, anche nelle pagine di serialismo integrale il suo rigore tecnico prelude già a un superamento. Boulez si è via via avvicinato infatti alla musica aleatoria, praticata all'interno di una "casualità controllata", cioè alla luce di un preciso criterio compositivo e secondo un inimitabile stile personale: sono nati così la Sonata n. 3 per pianoforte (1957) e Pli selon Pli su testi di S. Mallarmé (1957, 1984). Il computer ha offerto a Boulez ulteriori possibilità creative: lo testimonia Répons, autentico work in progress iniziato nel 1981 e mai concluso (ultima versione 1986).