bisso

Indice

sm. [sec. XIII; dal greco býssos].

1) Tessuto di lino trasparente e sottile, molto usato nell'antichità per la confezione degli abiti dei più alti dignitari, specie in Egitto, dove serviva anche ad avvolgere le mummie. Il tipo più fine, chiamato alessandrino, era tanto trasparente da rendere indispensabile l'impiego di una sottoveste. Il bisso, conosciuto anche dai Romani e spesso dipinto in rosso, proveniva principalmente dall'Egitto e dalla Siria. La finezza del tessuto e il suo alto costo ne limitarono la diffusione. Il bisso è esclusivamente impiegato per la biancheria. Più genericamente, nell'uso lett., tessuto finissimo di delicato candore: “una danzatrice vestita di bisso candido e cinta d'oro sotto le mammelle” (D'Annunzio).

2) Sostanza secreta dalle ghiandole del piede di alcuni generi di Molluschi Bivalvi, sotto forma di filamenti biancastri semifluidi che al contatto con l'acqua si solidificano e servono a fissare l'animale a un sostegno. I filamenti di color bruno dorato del bisso di Pinna nobilis hanno una lunghezza di 15-30 cm e un diametro che varia da 20 a 100 m; vengono impiegati, dopo filatura rudimentale, nella produzione di articoli artigianali come veli, calze, guanti in alcune regioni dell'Egitto, Iugoslavia e Italia.