cogito
abbreviazione dell'inferenza cartesiana cogito, ergo sum (penso, dunque sono); occupa un posto fondamentale nella filosofia di Cartesio, ma era già noto ad altri filosofi precedenti. Il cogito è l'affermazione dell'evidenza assoluta della propria esistenza individuale, che si fonda sull'autocoscienza intellettuale. Sant'Agostino usava contro gli scettici un argomento analogo al cogito: dubito, ergo sum; dubitando, egli diceva, si compie un atto intellettuale, che postula la propria esistenza: perciò non si può non essere certi almeno di questa. In forma simile, l'argomento fu ripreso da San Tommaso. La novità di Cartesio consiste nel fatto che il cogito è il punto di arrivo di un processo di radicale messa in dubbio dell'attendibilità di ogni conoscenza e di ogni esperienza: di fronte alla certezza del cogito, il dubbio metodico deve arrestarsi; il cogito diventa allora punto di partenza e fondamento di una ricerca razionale che, a partire da esso, determina altre verità assolutamente evidenti. La validità del cogito fu più volte contestata: Nietzsche, per esempio, afferma che concludere dal pensiero l'esistenza di un soggetto pensante è arbitrario; si dovrebbe dire “Si pensa, dunque ci sono pensieri”, che è una semplice tautologia; per Nietzsche, cioè, la validità del cogito si fonda sull'accettazione acritica dell'idea di sostanza.