Errori giudiziari famosi in Italia e nel mondo

Gli errori giudiziari, siano essi italiani o internazionali, dimostrano quanto il sistema giudiziario sia vulnerabile. Conoscere il fenomeno, analizzarne le statistiche e riflettere sulle conseguenze serve a costruire una giustizia più equa, più attenta ai diritti, più umana. Vediamo insieme alcuni tra i casi più famosi.
Gli errori giudiziari rappresentano uno dei fallimenti più gravi di qualsiasi sistema legale e democratico. Quando una persona innocente viene condannata — a volte persino alla pena capitale — mentre il vero colpevole rimane impunito, non solo si spezza una vita, ma si compromette anche la fiducia collettiva nella giustizia. Gli errori giudiziari nel mondo purtroppo sono molti di più di quanto si pensi: le vittime perdono anni di vita, salute, reputazione e talvolta la libertà in modo irreversibile.
Cosa sono gli errori giudiziari
Un errore giudiziario si verifica quando una persona viene ingiustamente condannata o arrestata per un crimine che non ha commesso. Può essere causato da molteplici fattori: testimonianze false, prove manipolate, pressioni mediatiche, errori investigativi, pregiudizi, o interpretazioni sbagliate della legge.
Ne esistono due forme principali: l’ingiusta detenzione, che consiste nella custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, ma senza successiva condanna, e l’errore giudiziario vero e proprio, ovvero la condanna con sentenza definitiva di imputati non colpevoli, seguita solo a distanza di tempo, a volte decenni, da assoluzione o revisione del processo.
Il processo di revisione è l’estrema e straordinaria possibilità prevista dal codice penale italiano di correggere un errore giudiziario che ha portato ad una condanna: è di fatto un nuovo processo dopo che la sentenza di condanna è divenuta definitiva, e vi si può accedere solo in presenza di argomenti e prove molto forti, valutati con criteri molto stringenti da una Corte d’Appello che ne deve decidere l’ammissibilità.
Il fenomeno: numeri e statistiche
Il fenomeno è più diffuso di quanto si pensi. Il sito errorigiudiziari.com, gestito da un’associazione che da oltre 25 anni arricchisce continuamente un vasto archivio di testimonianze delle persone che hanno subìto un’ingiustizia in ambito giudiziario, ha da poco reso noti i dati aggiornati al 31 dicembre 2024. Dal 1991 al 31 dicembre 2024 i casi di errore giudiziario in Italia (tenendo conto sia degli errori giudiziari veri e propri sia dei casi di ingiusta detenzione) sono stati 31.949, ovvero una media di quasi 940 l’anno, più di 2 al giorno. Di questi, la stragrande maggioranza (31.727 casi) è rappresentata da coloro che sono finiti in custodia cautelare da innocenti.
Il tutto per una spesa complessiva dello Stato gigantesca, tra indennizzi e risarcimenti veri e propri: si parla di più di 987 milioni, di cui oltre 901 milioni destinati ai casi di ingiusta detenzione.
Eppure possiamo ritenerci fortunati: si stima infatti che negli Stati Uniti circa il 4% dei condannati alla pena morte è vittima di errori giudiziari e verrebbe liberato se avesse la possibilità di condurre fino in fondo i propri ricorsi.
Errori giudiziari in Italia: esempi famosi
La giustizia italiana ha conosciuto diversi casi eclatanti di errori giudiziari che hanno fatto discutere l’opinione pubblica per anni. Tra i più noti ricordiamo:
- Enzo Tortora
Uno dei casi più eclatanti, che scosse gli animi di un’intera nazione: giornalista e presentatore televisivo Rai tra i più popolari dell’epoca, fu arrestato nel 1983 con accuse infondate di traffico di stupefacenti e associazione camorristica. Fu assolto con formula piena dopo anni di processo, ma la sua salute risultò irrimediabilmente minata dal dolore e dalla sofferenza per l’ingiustizia subita: a meno di un anno dall’assoluzione, Tortora morì nel 1988 per un tumore ai polmoni, rimanendo per gli italiani un simbolo di giustizia negata. - Giuseppe Gulotta
Condannato ingiustamente per l’omicidio di due carabinieri avvenuto nel 1976 ad Alcamo Marina, Gulotta ha trascorso 22 anni in carcere e solo dopo 36 anni di battaglie legali è stato completamente scagionato nel 2012. Questo caso è diventato simbolo di tortura, confessioni forzate e malagiustizia: l'accusa infatti si basava su confessioni estorte con la tortura. - Angelo Massaro
Accusato ingiustamente di omicidio, è rimasto in carcere per 21 anni prima di riuscire a dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli erano stati contestati. Per colpa di un’intercettazione interpretata male e trascritta peggio (una “t” al posto di una “s”, capace di stravolgere il significato di una frase banale), Massaro ha vissuto un vero e proprio incubo giudiziario. - Beniamino Zuncheddu
Pastore sardo, vittima del più grave errore giudiziario della storia italiana: è stato infatti condannato ingiustamente all’ergastolo per la strage del Sinnai dell’8 gennaio 1991. Era stato accusato di aver ucciso tre persone e di aver tentato di ammazzarne un quarto. La testimonianza decisiva che lo incastrò arrivò su suggerimento di un poliziotto: è stato assolto al termine di un processo di revisione il 26 gennaio 2024, dopo quasi 33 anni passati in carcere. - Michele Padovano
Un altro nome celebre. Ex calciatore della Juventus, arrestato nel 2006 con l’accusa di essere coinvolto in un traffico di droga. Fatale, per gli inquirenti, il prestito di 35.000 euro per l’acquisto di un cavallo ad un amico d’infanzia, Luca Mosole, considerato a capo dell’associazione a delinquere, alla quale Padovano però non appartiene. Dopo 17 anni di processo, è stato assolto il 31 gennaio 2023.
Esempi famosi di errori giudiziari nel mondo
Gli errori giudiziari nel mondo sono davvero tanti e quando si parla di pena di morte le conseguenze sono molto più irreversibili. Uno dei casi più eclatanti del ‘900 - che ci riguarda anche personalmente in quanto coinvolse due immigrati italiani - è quello di Sacco e Vanzetti, condannati a morte con l’accusa di omicidio e giustiziati negli Stati Uniti nel 1927, considerati tutt’ora vittime e simbolo, oltre che di uno dei più evidenti esempi di errore giudiziario, anche di razzismo e intolleranza. Ma vediamo insieme alcuni dei casi di errori giudiziari più famosi nel mondo.
- Craig Coley
Arrestato nel 1978 con l’accusa di aver stuprato, picchiato e strangolato la sua ex fidanzata di 24 anni e soffocato il figlio di lei di 4 anni. Fu condannato all’ergastolo, rilasciato nel 2017 dopo 39 anni, dopo una lunga battaglia legale ed una nuova indagine durante la quale erano state analizzate le tracce di DNA trovate sulla scena del crimine. Era la prima volta che una sentenza veniva annullata in California dopo così tanto tempo. - Curtis McCarty
Condannato a morte nel 1985 per l’uccisione di una ragazza figlia di un poliziotto, coinvolta in una storia di tossicodipendenza. Nel 2000, quindici anni dopo la condanna di McCarty, si scoprì che il perito della polizia la cui testimonianza era stata determinante in tribunale aveva in realtà falsificato le prove. Ci vollero altri 7 durissimi anni per dimostrare la sua innocenza: è stato infatti rilasciato alla fine di maggio del 2007 dopo 21 anni trascorsi nel braccio della morte di McAlester, in Oklahoma, con la paura di dover percorrere l’ultimo miglio. - Iwao Hakamada
Ex pugile giapponese, condannato a morte nel 1968 per un omicidio di massa avvenuto nel 1966 e noto come Incidente di Hakamada. Nel 2014 gli è stato concesso un nuovo processo per irregolarità nelle prove. Il 26 settembre 2024, Hakamada è stato dichiarato non colpevole dal tribunale distrettuale di Shizuoka, 58 anni dopo il suo arresto. Una curiosità: nel 2011 è entrato nel Guinness dei primati come l’uomo detenuto nel braccio della morte più longevo al mondo. - Richard Phillips
Arrestato nel 1972 per l’omicidio di Gregory Harris avvenuto 12 mesi prima, ha passato 45 anni consecutivi in carcere. Fu accusato falsamente da un coimputato che aveva ottenuto in cambio dagli inquirenti l’immunità ed era stato graziato per un altro reato. Nel 2017, a 73 anni, è stato finalmente riconosciuto innocente e scarcerato. - Cameron Todd Willingham
Condannato a morte in Texas per il triplice omicidio delle sue figlie morte in un incendio avvenuto nel 1991. Willingham fu accusato di aver appiccato l’incendio per avere i soldi dell’assicurazione. Determinante fu la testimonianza di un compagno di cella che dichiarò che Willingham gli aveva confessato di essere colpevole. Poco prima della sua esecuzione, erano stati evidenziati pesanti errori da parte di chi aveva svolto le indagini, ma i nuovi elementi non vennero presi in considerazione e Willingham venne ucciso il 16 febbraio 2004. Si è scoperto successivamente che uno dei pubblici ministeri che seguì il caso, offrì al compagno di cella un trattamento di favore in cambio della falsa testimonianza
Paola Greco
Foto di apertura: Public domain, via Wikimedia Commons