La strage di San Valentino, tra proibizionismo e malavita

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Citata anche al cinema, è ricordata come uno degli episodi più cruenti della guerra di mafia di Chicago, inevitabilmente legata ad Al Capone

Il 14 febbraio non è solo la festa degli innamorati, ma anche la data di uno dei più cruenti fatti di sangue nella storia della malavita italoamericana: la strage di San Valentino, compiuta dagli uomini di Al Capone all’epoca del proibizionismo. Si tratta infatti del massacro della banda del gangster Bugs Moran, compiuto dagli uomini di Al Capone il 14 febbraio 1929 a Chicago. Sette le persone assassinate, ma non Moran: il boss dell’organizzazione criminale North Side Gang arrivò per sua fortuna in ritardo sul luogo della strage a causa del maltempo. E ne ebbe salva la vita.

Il contesto: Chicago e il proibizionismo

Nella Chicago degli Anni Venti e del proibizionismo, erano il traffico di armi e il contrabbando di bevande alcoliche le due attività più redditizie della mafia che controllava la città. La Chicago Outfit guidata da Johnny Torrio deteneva il controllo della zona sud, mentre la North Side Gang, composta principalmente da criminali di origine irlandese, aveva in pugno la parte settentrionale. La situazione, precaria per natura, iniziò a precipitare nel 1924, anno in cui il boss Dion O’Banion fu assassinato nel suo negozio di fiori da killer italoamericani.

Le due bande rivali

Hymie Weiss e Bugs Moran, nuovi capi della North Side Gang, decisero di vendicare la morte di O'Banion eliminando Torrio: dopo essere rimasto gravemente ferito in un agguato, quest’ultimo si ritirò in Italia, lasciando il comando della Chicago Outfit ad Al Capone, che a quel punto si prese la città. Dopo l’uccisione di Weiss, le due organizzazioni entrano di nuovo in contrasto in occasione della scelta del nuovo presidente dell’Unione Siciliana: quando gli uomini della North Side Gang, assoldati da Joe Aiello, eliminarono prima Antonino Lombardo e poi Pasquale Lolordo, “Scarface” iniziò a pianificare la sua vendetta.

Il massacro

C’è anche chi sostiene che la Strage di San Valentino sia stata una risposta al tentativo fallito di assassinare uno dei membri più importanti della banda di Al Capone, Jack "Machine Gun" McGurn.

Cambia poco: la mattina del 14 febbraio 1929, quattro uomini di Al Capone si presentarono travestiti da poliziotti nel garage al 2122 di North Clark Street, usato come deposito di alcolici dalla North North Side Gang. Colti di sorpresa, gli uomini di Moran si lasciarono disarmare e, un attimo dopo, messi al muro furono uccisi a colpi di mitragliatrici. Sette le vittime, ma non Bugs Moran, che arrivato in ritardo al garage fu insospettito dalla Cadillac nera parcheggiata fuori. A suo favore giocò poi il fatto che tra i malavitosi rimasti uccisi ce ne fosse uno che gli somigliava parecchio, che fu scambiato per lui.

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LaPresse

Un crimine, in realtà, irrisolto

Un'altra delle vittime, Frank Gusenberg, era ancora vivo all'arrivo della polizia. Alla domanda su chi fossero stati i responsabili, rispose: «Nessuno mi ha sparato», rispettando il codice mafioso che prevedeva l’omertà.

Il pubblico ministero George E. Q. Johnson definì la strage di San Valentino «il crimine più raccapricciante nella raccapricciante storia criminale di Chicago». In un primo momento, fu individuata come responsabile del massacro la Purple Gang, banda di Detroit che avrebbe agito per vendicare il furto di un camion carico di whisky. Caduta questa ipotesi e anche quella che fossero stati dei poliziotti corrotti (i testimoni d’altra parte avevano visto degli uomini in divisa), in realtà Al Capone non fu mai incriminato: il 14 febbraio 1929, strategicamente, si trovava a Miami convocato da un giudice federale per un interrogatorio. Solo 40 anni dopo un vecchio gangster, Alvin Karpis, fece luce sui fatti.

La strage di San Valentino nella cultura popolare

La Strage di San Valentino, episodio celeberrimo della guerra mafiosa che caratterizzò la Chicago del proibizionismo, è entrata nell’immaginario collettivo. Ed è stata raccontata anche al cinema.

Il film "Il massacro del giorno di San Valentino"

Il massacro del giorno di San Valentino, titolo originale The St. Valentine's Day Massacre, è un film statunitense del 1967, con Jason Robards nel ruolo di Al Capone e Ralph Meeker nei panni di Bugs Moran. Curiosità: il vero garage dove è ambientata la scena del massacro fu demolito tre mesi dopo l'uscita della pellicola.

A qualcuno piace caldo: la citazione

A qualcuno piace caldo, considerato una delle migliori commedie della storia del cinema, “inizia” proprio con la Strage di San Valentino, di cui sono involontari testimoni il sassofonista Joe e il contrabbassista Jerry: i due, per evitare problemi, tentano di  far sparire le proprie tracce travestendosi da due suonatrici di jazz, Josephine e Daphne, dirigendosi con un’orchestra femminile in Florida. A interpretarli rispettivamente Tony Curtis e Jack Lemmon, protagonisti di questo grande classico insieme a Marilyn Monroe.

Matteo Innocenti

Foto apertura: Il muro dedicato al massacro di San Valentino al Mob, museo della mafia di Las Vegas - Credit: kitleong - 123.rf